Con il sostegno della terra battuta, Sara Errani è riuscita a mettere fine a un filotto di cinque sconfitte consecutive. Reduce dal successo ai danni di Aliona Bolsova – ma soprattutto di Sara Sorribes Tormo – la finalista del Roland Garros (edizione 2012) non ha comunque trovato strumenti sufficientemente validi per abbattere lo scoglio Tamara Zidansek.
E nemmeno a riaffacciarsi tra le prime quattro in un torneo WTA dopo quattro anni di digiuno. “Sarita” dopo un primo set decisamente complicato, non sfrutta un mega-vantaggio di 4-0 nel corso del secondo. Anzi. Manca da fondocampo nei momenti chiave (soprattutto con la battuta a disposizione) ma soprattutto non muove ulteriormente il punteggio ai piedi del traguardo.
Il 6-3 6-4 che matura dopo ottanta minuti di gioco è praticamente una conseguenza logica. Ad attendere la slovacca (unica Top 100 ancora in gara sulla terra colombiana) ci sarà Viktorija Tomova, dal lato opposto del tabellone un posto in finale se lo giocheranno invece Harmony Tan e Maria Serrano, che nel 2019 a Bogotà aveva trovato lo stop ai quarti.
Charleston, la numero uno fuori ai piedi della semifinale
Non va oltre i quarti neanche la marcia di Ashleigh Barty sulla terra-verde di Charleston. La numero uno del mondo si spegne quasi completamente contro Paula Badosa (che al secondo turno aveva già battuto Belinda Bencic) brava ad approfittare della situazione, a sigillare il primo successo ai danni di una Top 10 con un netto 6-3 6-4, ma soprattutto a ritagliarsi un posto tra le prime quattro nel '500' statunitense.
Nello stesso spicchio di tabellone Veronika Kudermetova, che con un score praticamente identico mette fine alla scorrazzata della miglior Sloane Stephens degli ultimi ventiquattro mesi. Continua invece la favola Danka Kovinic – che dopo Petra Kvitova supera la prova del nove con Yulia Putintseva – alla quarta semifinale in carriera nel circuito maggiore.
La prima dal 2019. La montenegrina sfiderà Ons Jabeur, che per liberarsi di Coco Gauff ha invece bisogno del minimo indispensabile. Il doppio 6-3 che matura alla soglia dei novanta minuti di gioco ne è la testimonianza. Photo Credit: Getty Images