"La vendetta è un piatto che va servito freddo", diceva qualcuno. Al di là delle sue intenzioni, nella giornata di oggi Alison Van Uytvanck è riuscita a farlo nel modo migliore possibili, trionfando a Budapest contro Dominika Cibulkova con lo score di 6-3 3-6 7-5 dopo due ore e undici minuti di gioco. Sì perché, nell’unico precedente tra le due finaliste - risalente al secondo turno di Wimbledon 2014 -, Van Uytvanck venne sconfitta 8-6 al terzo in circostanze particolari. Avanti 5-3 40-15 e servizio nel set decisivo, infatti, la belga perse completamente la testa dopo che l’arbitro le aveva chiamato un time violation, che la portò a sciupare il primo match point, a commettere un doppio fallo sul secondo e poi a cedere l’incontro protestando in maniera piuttosto veemente e insistita per una ragazza che invece è tendenzialmente timida e corretta.
Oggi, invece, è andata diversamente, con la ventiquattrenne belga che ha saputo gestire benissimo tutti i momenti di massimo stress dell’incontro, riuscendo a domare Cibulkova, tornata su buonissimi livelli dopo le difficoltà del 2017, dovute soprattutto a un calo di adrenalina dopo il fantastico 2016, che l’aveva portata a vincere le WTA Finals e ad arrivare al numero 4 delle classifiche mondiali (un po’ quello che è successo a Kerber).
Come sempre, Cibulkova inizia la sfida mettendo i piedi sulla riga di fondocampo, aprendo gli angoli con il dritto e cercando di far muovere l’avversaria da una parte all’altra, ma non sempre riesce a farlo con precisione. Van Uyvanck concede ben cinque palle break nei suoi primi due turni di battuta, ma ottiene moltissimo con la prima da sinistra e le annulla tutte, peraltro trovando il break sull’1 pari. La numero 80 del mondo, che in questo inizio di stagione vince mediamente il 64% di punti con la prima, riesce a mantenere spesso la profondità con il rovescio, reggendo bene il forcing dell’avversaria e togliendole il tempo in più di un’occasione, talvolta anche venendo a prendersi qualche punto a rete. Cibulkova tenta di spostare la sfida sul piano agonistico, ma Van Uytvanck continua a chiudere gli scambi entro 4-5 tiri grazie all’efficacia dei suoi colpi di inizio gioco (terminerà il primo parziale con il 69% di prime in campo e 76% di resa) e alla sua capacità di accorciare i movimenti dei suoi fondamentali per allontanare l'avversaria dalla riga di fondocampo. È proprio in questo modo che la belga ottiene il secondo break dell’incontro e archivia il primo set: 6-3 in 43 minuti.
L’eccezionalità della giornata di Van Uytvanck è certificata anche dalla qualità dei suoi spostamenti laterali, che le consentono di recuperare palle complicatissime e di trovare passanti di pregevole fattura, come quello di dritto che le regala una palla del 2-0 in apertura di secondo set, vanificata però da un errore in larghezza con lo stesso fondamentale. Cibulkova cerca di far valere la maggiore esperienza e mette pressione sul servizio della belga, specialmente nelle rare volte in cui può fronteggiare una seconda palla, e così nel quinto game riesce a trovare il primo break della sua partita. Cibulkova inizia a raccogliere sempre più punti con la battuta, che le consente di impostare gli scambi come desidera, facendo la differenza con il dritto, finalmente salito di livello dopo una prima ora di gioco sottotono. Van Uytvanck accusa non si difende più mantenendo profondità, con la slovacca che così non ha problemi nel conquistare il set 6-3 e nel rimandare il verdetto della finale alla frazione di gioco decisiva.
La pressione di Cibulkova in risposta regala a quest'ultima una chance per andare subito avanti anche nel terzo set, ma Van Uytvanck trova conforto nel servizio, mettendo due prime vincenti che le consentono di tenere il suo primo turno di battuta del parziale. La slovacca ha altre tre opportunità di break due giochi più tardi, ma la numero 80 del mondo esce nuovamente dalla situazione di difficoltà in modo brillante, mettendo a segno un ace, un’ottima accelerazione di rovescio e due dritti lungolinea vincenti (notevole quello sul 15-40, che pizzica meno di mezza riga): 2 pari. La partita diventa sempre più spettacolare ed equilibrata: entrambe si prendono cura dei propri turni di servizio variando la direzione della battuta senza perdere in precisione; Cibulkova è devastante ogni volta che prende campo con il dritto, ma Van Uytvanck è brava a non cedere approfittando delle occasioni in cui l’avversaria accorcia la gittata dei propri colpi, mostrando ancora una volta anche un’ottima mano nei pressi del net.
Nel decimo game Cibulkova si porta sul 15-30 sul servizio di Van Uytvanck, che però mostra grande coraggio e vince sette dei successivi otto punti (notevole il dritto in diagonale messo sulla riga su una palla giocata sotto l’altezza dell’anca per evitare di concedere due match point), centrando il break sul 5 pari, che arriva grazie a un rovescio vincente, un doppio fallo e un errore in lunghezza su un recupero di dritto della numero 33 WTA. Da grande agonista, Cibulkova reagisce e si procura una palla del controbreak grazie a un vincente di rovescio e a un errore in manovra della belga proprio da quella parte. Ancora una volta, però, è il servizio a fare la differenza: con una prima vincente e un ace Van Uytvanck (che chiuderà la sfida con il 76% di prime in campo e il 73% di punti vinti) si guadagna il primo match point della partita, trasformato grazie a un errore in lunghezza con il dritto in avanzamento da parte di Cibulkova, che tra poche ore salirà al numero 30 WTA (+3 rispetto a questa settimana), ma che deve rimandare nuovamente l’appuntamento con la vittoria in un torneo WTA (l’ultima gioia fu a Singapore nel novembre 2016).
Van Uytvanck vince così il terzo titolo della sua carriera su altrettante finali disputate, mostrando un’ottima attitudine alle partite importanti e alle superfici rapide, dove può far valere al massimo l’efficacia del servizio e la sua capacità di verticalizzare il gioco. Da domani sarà al numero 50 WTA (+30), ma se dovesse continuare a giocare con la fiducia e la maturità mostrata in questi giorni, potrà certamente ambire almeno a migliorare il proprio best ranking (n.41 nell’ottobre 2015).