La finale dell’Hungarian Ladies Open sarà tra Dominika Cibulkova e Alison Van Uytvanck (l’unico precedente se lo è aggiudicato la slovacca, che ebbe la meglio nell’edizione 2014 di Wimbledon dopo una maratona vinta 8-6 al terzo).
Nella prima semifinale Dominika Cibulkova ha disposto agevolmente di Mona Barthel con lo score di 6-3 6-2. Ventesima finale nel circuito maggiore per la slovacca, che domani cercherà di conquistare il nono titolo della sua carriera, con l’ultimo successo che è stato il più importante di tutti, ovvero quello ottenuto alle WTA Finals di Singapore nel novembre del 2016 (l’ultima finale invece risale allo scorso agosto, quando a New Haven si arrese di fronte a Gavrilova).
Cibulkova non ha avuto alcun problema nel governare l’incontro, cercando di giocare prevalentemente verso il lato sinistro dell’avversaria, che ha più di un problema quando è costretta a correre e a difendersi. La testa di serie numero uno si muove benissimo, inverte spesso l’inerzia degli scambi in cui non riesce a prendere subito l’iniziativa, approfittando anche di diversi errori in risposta dell’avversaria (Cibulkova chiuderà la sfida con il 65% di punti vinti con la seconda, vincendone addirittura 6/7 nel primo set).
A differenza di quanto accade nei suoi giorni migliori, la tedesca incamera pochi punti con il servizio (50% di resa con la prima e 48% con la seconda, mentre nel 2013 la sua efficienza media con la prima era superiore al 65%), commettendo diversi errori all’inizio dello scambio e non riuscendo ad impostare i suoi turni di battuta sullo schema “service and rebound”. Il primo parziale è deciso da un unico break, quello che arriva sul 2-1 in favore di Cibulkova, che approfitta di due doppi falli consecutivi dell’avversaria, il cui unico sussulto in tutto il match è il controbreak effettuato nel quarto game del secondo parziale. Sarà solamente un fuoco di paglia, perché nella parte finale del match la qualità e l’intensità della risposta di Cibulkova salgono notevolmente di livello, trovando due break consecutivi che le consentono di archiviare la sfida dopo un’ora e 17 minuti.
Domani Cibulkova affronterà Alison Van Uytvanck, che ha dominato Viktoria Kuzmova in poco più di un'ora di gioco. Van Uytvanck inizia servendo molto bene, specialmente da sinistra, ma non riesce a trovare continuità con il dritto, con cui commette diversi errori ogni volta che tenta il cambio in lungolinea. Dall’altra parte Kuzmova cerca di non arretrare e di impostare la maggior parte degli scambi sulla diagonale del rovescio, con cui accelera con grande disinvoltura. Dopo aver rimontato da 1-3 a 3-3, Kuzmova subisce il break decisivo del primo set nel nono gioco, durato ben 12 punti, e che le costerà il parziale nel game successivo. La slovacca adesso ha un rendimento sempre più drammatico con la seconda (chiuderà con il 25% di punti vinti, conquistandone soltanto uno nella seconda frazione di gioco); ciò nonostante, mantiene un atteggiamento combattivo, non sostenuto però da una reale convinzione di poter invertire la tendenza della partita. La belga va avanti 3-0, archiviando poi la contesa con il punteggio di 6-4 6-2. Terza finale a livello WTA per Van Uytvanck, che ha trionfato in entrambi gli atti finali in cui è stata protagonista (Taipei 2013 e Quebec City 2017).