Us Open - Infinito Djokovic: si vendica di Medvedev e conquista il 24ª Slam



by MARTINA SESSA

Us Open - Infinito Djokovic: si vendica di Medvedev e conquista il 24ª Slam
Us Open - Infinito Djokovic: si vendica di Medvedev e conquista il 24ª Slam © Elsa/Getty Images

Le strade di Novak Djokovic portano a New York. Due anni fa, il tennista serbo si era presentato in finale contro Daniil Medvedev per giocarsi la storia e vincere il Calendar Grand Slam, fallendo a causa della tensione. Due anni dopo, che sono stati di esilio per il ventitré campione Slam dagli USA, stesso avversario e stesso desiderio di scrivere la storia, ma in modo diverso: si gioca il titolo Slam numero 24, che lo porterebbe a diventare il più titolato di sempre al pari di Margaret Court.

Se nel 2021 trema, nel 2023 è lucido, solido, a tratti ingiocabile. Così Novak Djokovic vince il 24ª Slam, il quarto titolo degli Us Open, battendo in finale Daniil Medvedev con il risultato di 6-3, 7-6 (5), 6-3.

Sviluppatosi una certa parità sui lunghi scambi, l’arma in più del serbo è il serve and volley: approfittando della posizione molto lontana in risposta del tennista moscovita, usa il servizio esterno per padroneggiare a rete.

Una chiave fondamentale anche e soprattutto quando la stanchezza incombe, ossia in un secondo set giocato a livelli ultraterreni, chiuso con l'ennesimo tiebreak vinto da Djokovic. Nel terzo, i due calano, ma l'energia mentale del numero uno fa la differenza.

Il match

Parte forte Novak Djokovic, che la tensione non la sente. Medvedev subisce il break a zero, tra un doppio fallo e un dritto sbagliato che sa tanto di salita per il campione del 2021. Sul 3-1, 15-30, il serbo fa vedere che il repertorio a sua disposizione è tanto e che è quella la risposta per fermare il gioco del suo avversario: serve and volley.

Nel quinto game, si va ai vantaggi e Djokovic si ritrova con due set point sul servizio dell’avversario, ma entrambi annullati dal russo. Bastano 48 minuti per chiudere il primo parziale, in cui il serbo non ha concesso neanche una palla break.

Anche il secondo parte con qualche difficoltà da parte di Medvedev, che deve porre rimedio a due doppi falli da sinistra. Fino al 3-3, Djokovic non lascia punti sul servizio, mentre il russo si affida al servizio, un po’ discontinuo, per rimanere aggrappato alla parità in questo set.

Nel settimo game, la massima espressione del loro tennis, con l’ex numero uno ancora costretto a salvarsi ai vantaggi da palla break, con uno schiaffo al volo dopo un buon servizio. Sul 4-3, si ribalta la situazione e ai vantaggi ci va il serbo, offrendo per stanchezza la prima palla break del match: lo annulla con una strepitosa mezza volée sull’ottima risposta di Medvedev.

Sul 5-6, la svolta del match. Djokovic deve annullare set point, sempre con un rischioso servizio e volée, graziato dal mancato passante dell’avversario, per regalare al pubblico di New York il più che meritato tie-break.

Recuperando un minibreak, il prossimo numero uno si salva sempre scendendo a rete e con un rovescio a rete del russo si prende anche il secondo parziale, uno dei set più belli dell’anno. Nel terzo set, sul 2-1, Djokovic approfitta di un Medvedev perso: arrivati sul 40-15, il serbo ringrazia per un rovescio sbagliato, seguito ad altri due errori, e si prende il primo break del parziale.

Strada spinata? La risposta è no. Perché chi di break a 40-15 ferisce, di break a 15-40 perisce. Sul 3-2 per Djokovic, ciò che non si aspettava: il break a favore del serbo, conquistato con un rovescio lungolinea di rara bellezza.

Da 0-30, Medvedev rimonta e porta Djokovic a servire per il match. Spinto ancora dal pubblico, come due anni fa, il campione non sbaglia: history is made.

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