È un Matteo Arnaldi da sogno quello che si vede agli Us Open. Il tennista azzurro batte al terzo turno la testa di serie numero 16 del tabellone Cameron Norrie con il risultato di 6-3, 6-4, 6-3. È un inizio di match giocato alla pari per i primi game, sebbene i colpi del britannico non facciano troppo male al giovane tennista.
La sfida sul dritto sembra equilibrata, ma sulla diagonale di rovescio Arnaldi domina; bravo anche a scendere e a coprire la rete, mentre la confusione del britannico sale sempre di più. Il ligure, però, sale in cattedra e chiude il parziale con grinta e qualità: conquista quattro game consecutivi, con due break strappati a zero.
Anche il secondo non segue un copione diverso dal primo: Norrie in confusione, Arnaldi che concede poco e sbaglia poco. Così fino alla fine del parziale, dove di nuovo si concretizza il vantaggio necessario per chiudere il parziale.
Nel terzo, invece, carico di fiducia dei due precedenti mini risultati, Arnaldi parte forte e il break arriva subito. Norrie ritrova in alcune occasioni il suo dritto, ma non bastano per rovinare la festa al tennista ligure.
Agli ottavi di finale, l’azzurro attende l’attuale numero uno del mondo Carlos Alcaraz. Carlos Alcaraz vince un match non giocato ai suoi livelli battendo al terzo turno Daniel Evans con il risultato di 6-2, 6-3, 4-6, 6-3.
Parte fortissimo Alcaraz, come ci ha abituato in questi primi turni di Us Open e non solo. Spazza Evans lontano dalla linea di fondo, dove non può difendersi dai colpi pesanti del suo avversario. Portatosi sul 4-0, la chiusura del set sembra una formalità: conquista anche due set point sul servizio dell’avversario, che riesce ad annullarsi.
Sembra che sia così fino al 5-2, quando lo spagnolo è chiamato a servire per il set. Il britannico prende coraggio, si butta in avanti ed evitando qualche passante pericoloso si procura tre palle break. Non ha intenzione Alcaraz di cedere e, dopo aver sprecato altri due set point, che l’hanno reso non poco nervoso, concretizza il terzo e chiude il primo set.
Il secondo set inizia sulla scia della fine del primo: c’è più partita di quanto l’inizio suggerisce. Al punto che Evans dopo aver tenuto il servizio, riesce anche ad ottenere il primo break del match a suo favore.
Preso il vantaggio, con due doppi falli l’inglese spreca tutto e si ritorna poi sul 2-1. Un falloso Alcaraz fino a quel momento si ritrova, infila quattro game consecutivi e chiude anche il secondo. Il terzo, però, fa tornare a galla vecchie scorie e Alcaraz si ritrova a dover rimontare a fine parziale: ci riesce? La risposta è stranamente no e deve rimandare la pratica al quarto set.
Anche al quarto è quel break, quel poco, a fare la differenza sul risultato finale: Alcaraz c'è, anche quando non è al massimo.
Sabalenka domina
È una Aryna Sabalenka in grandissima forma quella che ha battuto, al terzo turno del tabellone femminile, la francese Burel: un match senza alcuna storia, vinto dalla bielorussa con il risultato di 6-1, 6-1.
Un’ora di gioco basta alla numero due del mondo per chiudere la pratica e i numeri spiegano perché lascia solo due game alla sua avversaria: 22 vincenti contro 6, a fronte di 20 errori non forzati a 19. Rischia, ma i rischi ripagano Sabalenka, che non eccelle per quanto riguarda le percentuali della prima di servizio (63%), ma concretizza ciò che viene dalla prima (73% di punti vinta con la prima). Sabalenka affronterà agli ottavi di finale Daria Kasatkina, che ha battuto Minnen con il risultato di 6-3, 6-4.
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