Dal nostro inviato a Miami
Roger Federer è andato vicinissimo ad abbandonare il Miami Open all’esordio per il secondo anno consecutivo. Dopo la beffa subita da Thanasi Kokkinakins nel 2018, il fuoriclasse svizzero ha infatti dovuto rimontare un buonissimo Radu Albot spuntandola al terzo grazie alla sua esperienza e all’infinita classe di cui dispone.
“Certe volte hai la sensazione che non stai facendo le cose giuste quando dovresti. Succede soprattutto nei primi turni. Spingevo quando non dovevo, mentre rimanevo passivo quando avrei dovuto essere aggressivo.
Nei momenti decisivi, ho iniziato anche a dimenticare quello che mi aveva detto il mio coach. Questo ha creato dentro di me una sensazione strana, che non mi ha permesso di esprimermi al meglio nei frangenti più importanti” – ha spiegato l’ex numero 1 del mondo in conferenza stampa.
“Il margine è veramente sottile in partite come questa. Alla fine si tratta soltanto di trovare un modo per portarla a casa. Mi sono concentrato sui miei turni di servizio dopo aver subito il break nel primo game, è stata una buona mossa, anche se ovviamente ho dovuto lottare parecchio. Sono contento di essere riuscito a vincere. L’obiettivo è cercare di giocare meglio nel terzo round” – ha aggiunto Federer, che affronterà Filip Krajinovic per un posto agli ottavi.
L’ottima performance di Albot non ha sorpreso Roger: “Mi aspettavo un giocatore con una buona attitudine ed infatti così è stato. Gioca in maniera aggressiva e si muove bene, non ha paura di andare a rete. Il problema è che non mi ci ero nemmeno allenato con lui, non lo avevo mai visto giocare dal vivo. Avevo visionato soltanto alcuni video per farmi un'idea.
Naturalmente è più difficile quando non sai i colpi preferiti dell’avversario, rende il match complicato da leggere. In ogni caso, sapevo che sarebbe stata dura. Ho molto rispetto per quei giocatori che pur non avendo una stazza imponente, riescono a trovare comunque la maniera di vincere. Sono rimasto impressionato, è davvero un ottimo giocatore.”