Fognini e il best ranking, missione possibile



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Fognini e il best ranking, missione possibile
Fognini e il best ranking, missione possibile

Tornare numero 1, almeno per un paio di settimane, senza giocare. È questo il futuro che attende Rafa Nadal dopo Indian Wells se Federer non arriva in semifinale. Ma le cose potrebbero cambiare a Miami. Nadal, infatti, vedrà uscire altri 600 punti per cui ne avrà 8750 dopo il secondo Masters 1000.

Avrà ancora qualche possibilità di rimanere davanti a Roger Federer, come abbiamo sottolineato in dettaglio. Ci riuscirebbe se: -Federer arriva al massimo in finale a Indian Wells ma non supera gli ottavi a Miami; -Federer esce in semifinale a Indian Wells e non va oltre i quarti a Miami -Federer esce prima dei quarti a Indian Wells e non centra la finale a Miami.

Cilic, Dimitrov e Zverev si giocanole posizioni dalla 3 alla 5. Il croato è sicuro di restare numero 3 se né il bulgaro né il tedesco raggiungono le semifinali e, ovviamente, se vince il titolo. Dimitrov o Zverev possono scavalcarlo conquistando il primo Masters 1000 della stagione.

In teoria, possono superarlo anche entrambi se arrivano in semifinale e Cilic non passa il terzo turno o se si sfidano in finale con il croato fuori al massimo ai quarti. Marginali le possibilità di Thiem di guadagnare posizioni.

Deve vincere il titolo e sperare che Dimitrov e Zverev non passino più di due turni. L'assenza di Goffin potrebbe ridisegnare la parte bassa della top 10. A Del Potro bastano gli ottavi per salire numero 7. In caso di titolo passerà anche Thiem, a meno che non sfidi proprio l'austriaco in finale.

Bautista Agut e Schwartzman possono nutrire ambizioni legittime di entrare fra i primi 10 per la prima volta in carriera. In questa zona di classifica può inserirsi Berdych, che può guadagnare fino a quattro posizioni se arriva in finale.

Ma Djokovic, se decide di giocare, Schwartzman e Bautista non dovrebbero a loro volta centrare la finale, e Pouille dovrebbe perdere al massimo in semifinale. In caso di exploit in linea con la prima parte di stagione, poi, Fabio Fognini può avere buonissime chances di riavvicinare il best ranking.

La top 20. Uno dei principali assenti del mese di marzo sarà Stan Wawrinka, ritornato alle competizioni a gennaio dopo l’operazione al ginocchio sinistro, ma ancora lontano dalla forma migliore, come certifica il fatto che nel 2018 abbia vinto solamente tre partite su sette.

“Devo essere paziente e dare al mio corpo il tempo necessario per recuperare, ma adesso il mio obiettivo è tornare per i tornei sulla terra battuta. È una fase della stagione che adoro e spero di arrivarci nelle migliori condizioni”.

Stan perderà ben 690 punti, considerando che nel 2017 era arrivato in finale a Indian Wells e che a Miami si era fermato agli ottavi, scendendo così a 1785, con la certezza di uscire dalla top 20 per la prima volta dall’agosto 2012.

Sarà presente Lucas Pouille, che a febbraio ha raccolto una vittoria a Montpellier e due finali a Marsiglia e Dubai. L’anno scorso a marzo vinse soltanto una partita, fattore da tenere in considerazione per le sue ambizioni di entrare in top ten, distante ora 195 punti e che dovrebbe essere più che probabile, considerando le cambiali di Sock (semifinale a Indian Wells e quarti a Miami).

Inoltre, la fiducia acquisita grazie alla vittoria in Coppa Davis e una maggiore sicurezza al servizio (78% di punti vinti con la prima, +3% rispetto al 2017) e nei momenti importanti (6 tiebreak vinti su 8 nei primi due mesi dell’anno, dopo che aveva chiuso il 2017 con un record di 13-12) sono aspetti che inducono all’ottimismo per il suo futuro, lui che lo scorso 24 febbraio ha compiuto 24 anni.

C’è molta incertezza invece intorno a Novak Djokovic, che è stato visto allenarsi a ritmi intensi e che è reduce da una piccola operazione al gomito subito dopo gli Australian Open. Il padre aveva ipotizzato un suo ritorno a inizio maggio, ma è quasi sicuro che sarà già in campo per il torneo californiano, che nel 2017 lo vide arrivare fino agli ottavi, sconfitto da Kyrgios, fermandosi poi fino a Montecarlo per il noto problema al gomito destro.

Distante 270 punti dal numero 10, non ci sono elementi per fare previsioni sul suo stato di salute, né sulla qualità del suo tennis.
C’è qualche dubbio anche sulla forma di Pablo Carreno Busta, che a febbraio ha vinto solamente un match su quattro e che ha in scadenza la semifinale di Indian Wells (360 punti), ragione per cui una sconfitta prematura in California potrebbe portarlo ai margini della top 20, anche se il primo turno di Miami 2017 potrebbe essergli di aiuto.

Un altro potenziale protagonista della March Madness tennistica è Tomas Berdych, che a febbraio ha racimolato un quarto e una semifinale rispettivamente a Rotterdam e Marsiglia. In questo periodo dell’anno nel 2017 il ceco conquistò 225 punti in classifica.

All’alba dei 33 anni e con qualche problema alla schiena risolto nel corso dell’autunno-inverno, Berdych può ancora centrare un risultato di prestigio in un torneo di alto livello, mentre la classifica non è più in cima ai suoi pensieri, sebbene sia distante 375 punti dalla top ten.

Discorso diverso per Diego Schwartzman e Roberto Bautista Agut, entrambi reduci dalla prima vittoria in un ATP 500 (l’argentino ha trionfato a Rio, lo spagnolo a Dubai) e che a marzo hanno in scadenza rispettivamente 55 e 135 punti.

Il loro tennis geometrico, ordinato e continuo, unito alla loro resistenza, dovrebbe metterli nelle condizioni di fare bene in entrambe le manifestazioni, con la consapevolezza di poter andare molto avanti qualora dovessero avere una chance.

A Indian Wells potrebbero entrare per la prima volta in Top 10. Per superare Pouille e avere qualche speranza, però, dovrebbero arrivare almeno in semifinale con il francese eliminato entro il quarto turno o eventualmente sfidarsi in finale, possibilità alquanto remota, con Pouille non oltre i quarti.


Chi invece ha iniziato la stagione in sordina è stato John Isner, che finora ha vinto due partite su sette e che lo scorso anno ha totalizzato 90 punti nei due tornei di casa, ma che è sempre da tenere d’occhio quando è supportato dal pubblico di casa, come dimostrano la finale di Indian Wells 2012 e la semifinale di Miami del 2015.

Un altro osservato speciale sarà Nick Kyrgios, che ha deciso di non giocare alcun torneo nel mese di febbraio, dopo che a gennaio aveva vinto a Brisbane e raggiunto gli ottavi a Melbourne, mostrando qualche segnale incoraggiante per il futuro.

La scelta è stata dettata anche dal problema al gomito avvertito nel corso di tie di Coppa Davis contro la Germania. Prima di questo imprevisto, la ritrovata stabilità sentimentale lo aveva spinto ad allenarsi con maggiore costanza e a non trascurare tutti gli aspetti extra-tennistici essenziali per competere al meglio.

La superficie si adatta benissimo alle sue caratteristiche, come dimostrano i 540 punti totalizzati nel 2017 in questo passaggio della stagione. Tuttavia, se la sua campagna americana dovesse rivelarsi estremamente negativa, potrebbe scendere dal n.20 fino addirittura alla 25/26esima posizione.

Sarà estremamente interessante anche vedere come si comporteranno i giovani Edmund, Chung e Rublev, distanti dalla top 20 rispettivamente 483, 558 e 692 punti. Il britannico ha deciso di prendersi una pausa di un mese dopo la sorprendente semifinale raggiunta agli Australian Open, mentre gli altri due a febbraio non sono andati oltre due quarti di finale.

Nessuno di loro ha punti da difendere per questi due eventi, che potrebbero rappresentare un’importante opportunità di crescita e di conferma dei progressi compiuti recentemente. Gli italiani. Uno dei protagonisti delle ultime settimane è stato anche Fabio Fognini, recente vincitore del torneo di San Paolo e semifinalista a Rio de Janeiro.

L’azzurro arriva alla tournée statunitense dopo essere tornato in top 20 per la prima volta dal gennaio 2015, mostrando un’ottima condizione atletica e una capacità di vincere le partite “normali” fondamentale per scalare la classifica.

“Sto bene, se continuo con un buon fisico e una buona testa, ho intenzione di giocare per molto tempo. Ovviamente dipende dall'evitare gli infortuni e molto altro. Certamente devo continuare a lavorare”, ha detto pochi giorni fa.

A Indian Wells e Miami potrà anche riabbracciare la moglie e il figlio, fattore importante per la sua stabilità emotiva, essenziale affinché possa rendere al massimo in maniera continuativa. Adesso è a 190 di distanza dalla “soglia 13”, ovvero il suo storico best ranking.

Anche se dovesse perdere qualche punto rispetto ai 450 conquistati dodici mesi fa - pesano i 360 della semifinale centrata in Florida - , limitare i danni a marzo potrebbe essere cruciale, considerando che da aprile a giugno la scadenza più consistente sarà rappresentata dai 90 punti di Roma e Parigi.

Non ci sarà invece Andreas Seppi, che dopo l’eccellente accoppiata Melbourne-Rotterdam ha deciso di prendersi una pausa per curare l’anca, in modo da ritornare per i quarti di finale di Coppa Davis.

Al momento è numero 62, ma difficilmente al suo rientro sarà ancora tra i primi 70, considerando che adesso ha 96 punti di vantaggio sul n.70 e che ne perderà 25.
Problemi fisici anche per Paolo Lorenzi, che ha dovuto dare forfait per Indian Wells a causa di un fastidio al piede che lo ha costretto a saltare già Quito e Rio.

Non è ancora noto se sarà presente a Miami, ma sicuramente in questo mese smarrirà 35 punti, rischiando così di allontanarsi ulteriormente dalla top 50 (ora è n.53). Ci sarà invece Thomas Fabbiano, numero 77 del mondo e che in questo mese dovrà difendere i 65 conquistati nei tornei asiatici di dodici mesi fa.

Il pugliese è iscritto anche al ricco Challenger di Irving, ma difficilmente potrà migliorare il suo best ranking a stretto giro (il n.70 dista attualmente 77 punti, circostanza che richiederebbe di vincere almeno tre partite nei due Masters 1000 e almeno un quarto di finale a Irving).

Occasione importante invece per entrare in top 100 per Matteo Berrettini e Marco Cecchinato: il primo, a 40 punti dal n.100 e che deve difendere 51 punti, giocherà le qualificazioni in entrambi i “1000” e forse anche a Irving; il secondo è in gara questa settimana a Santiago, dove potrebbe avere chance di vittoria, che potrebbero portargli 68 punti in più in classifica (la top 100 dista 37 unità), avendo poi in scadenza una vittoria in un Futures che gliene porterebbe via 27.

Situazione diversa invece per Stefano Travaglia, reduce da un buonissimo mese di febbraio e che a marzo dovrà difendere 37 punti. L’italiano ha deciso di non iscriversi alle qualificazioni di Indian Wells e Miami, e al momento, considerando i tornei di questo mese, è presente solamente a Irving come alternate.

In attesa di comprendere se deciderà effettivamente di prendersi qualche settimana di meritato riposo, anche grazie alle esperienze maturate a febbraio nel circuito maggiore Stefano è attualmente n.123 ATP, a 116 punti dalla top 100.

Sarà essenziale il suo rendimento sul rosso, dove dovrà difendere la vittoria nel Challenger di Ostrava e la semifinale di Francavilla. Le sue ambizioni per la stagione si potranno comprendere soprattutto dopo quel momento fondamentale del 2018. Ha collaborato Alessandro Mastroluca

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