Rafael Nadal parla dei suoi tic: "Non sono schiavo della routine"



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Rafael Nadal parla dei suoi tic: "Non sono schiavo della routine"

Pronto per l’esordio stagionale sui campi indoor di Parigi, proprio nella città che gli ha consegnato il 20esimo slam un mese fa, Rafa Nadal ha rilasciato una bella intervista al quotidiano il Corriere della Sera, dove ha raccontato la sua vita a trecentosessanta gradi.

Molti gli argomenti trattati, infiniti gli spunti che ha regalato il mancino di Manacor. Ad un certo punto si è anche affrontato un tema che molto spesso diverte i fan e gli addetti ai lavori, ma che poche volte Rafa ha deciso di approfondire: la dipendenza dai famosi tic che anticipano ogni suo servizio.

Una vera e propria sequenza di gesti che hanno scandito ogni singolo turno di battuta della carriera del maiorchino e che sono ormai divenuti parte dell’immaginario collettivo quando si parla di Nadal, tanto da essersi meritati le imitazioni di alcuni personaggi del mondo del tennis, fra cui lo stesso Novak Djokovic.

Tornando allo specifico dell’intervista, è stato chiesto a Rafa se per caso questa storia dei tic fosse una questione di superstizione, ma la risposta di Rafa è andata in un'altra e ben più interessante direzione.

Dietro i tic di Rafa si nasconde molto di più

“Non sono superstizioso, altrimenti cambierei il rito ad ogni sconfitta. Non sono nemmeno schiavo della routine: la mia vita cambia continuamente, sempre in giro, e la competizione è molto diversa dall'allenamento.

Quello che chiami tic è un modo per riordinare la mia testa, per me che normalmente sono molto disordinato. Sono i mezzi per focalizzare e silenziare le voci interiori. Non ascoltare la voce che mi dice che perderò, o la voce ancora più pericolosa che mi dice che vincerò” - ha risposto il 13 volte vincitore al Roland Garros.

Come spesso accade, anche questa volta l’opinione di Nadal è stata illuminante. Infatti, dietro quello che sembrerebbe una semplice vizio, un riflesso quasi incondizionato o, come alcuni credevano, una semplice scaramanzia, si nasconde un meccanismo psicologico più complesso, quasi terapeutico.

Nadal tornerà come detto in campo questa settimana a Bercy, non solo stimolato dall’idea di sfruttare questa vetrina per allenarsi in vista dell’ultimo e mai conquistato appuntamento stagionale a Londra, ma anche dalla concreta possibilità di raggiungere Nole Djokovic nel computo di master 1000 conquistati in carriera. Nole ha toccato quota 36 a Roma, Rafa lo segue famelico di nuovi record.

Rafael Nadal