Djokovic: "Contento che la gente pensi sia invincibile. Rublev? Partita encomiabile"
by REDAZIONEMIA
Semplicemente imbattibile. In una settimana in cui Novak Djokovic è sembrato decisamente lontano dal miglior stato di forma, al Master 1000 di Parigi-Bercy il serbo raggiunge la sua 58esima finale in tornei di questa categoria, la 137esima in carriera.
Per ottenere questo incredibile traguardo il 36enne di Belgrado ha dovuto fare gli straordinari per superare Andrey Rublev, protagonista di uno dei migliori match della propria cariera. Finisce 5-7 7-6(3) 7-5 dopo tre ore di battaglia estenuante, con l’ennesima testimonianza di dominio assoluto di Djokovic, capace di portare a casa la partita anche in giornate in cui non riesce a mettere in campo il proprio miglior tennis.
In conferenza stampa il numero uno del mondo ha commentato la partita, complimentandosi con l’avversario per la straordinaria prestazione.
Le parole di Novak Djokovic
Djokovic ha commentato così la semifinale: “Mi sono svegliato di buon umore e in buone condizioni questa mattina, ma un'ora prima della partita le cose sono peggiorate di nuovo.
Non che questo accadesse per la prima volta, ma sono riuscito a gestire relativamente bene la situazione dei giorni precedenti. Dall'altra parte della rete ho avuto probabilmente la migliore versione di Rublev della mia carriera.
Sapevo che aveva tante qualità e durante quasi tutta la partita ha giocato un tennis impeccabile. Non mi ha dato spazio per respirare, per liberarmi; era aggressivo, come previsto nel diritto, ma oggi anche nel rovescio.
Ha servito alla grande e ho dovuto trovare un modo per restare in partita, il servizio ha giocato un ruolo cruciale. Ho trovato buoni servizi nei momenti giusti, che fossero ace o quelli che mi hanno aperto il punto. Sono riuscito a posizionarli esattamente quando ne avevo bisogno e sono riuscito a tirarmi fuori dall’abisso”.
Il numero uno ha anche aggiunto: “A volte ci troviamo di fronte alla sfida che, nonostante tutto, dobbiamo trovare un modo per vincere. La tattica di oggi si è basata sul servizio e sul tie-break del secondo set.
Dopo essere riuscito a realizzare ciò che immaginavo, mi sono preso una pausa di dieci minuti, ho recuperato fisicamente e ho continuato con buoni servizi. Sono diventato più aggressivo e pericoloso nei suoi giochi di servizio e sapevo che sarebbe arrivato il momento in cui avrei creato un'occasione per brekkare.
Mi dispiace che lui abbia chiuso la partita con un doppio fallo. Ha giocato una partita encomiabile”. Su Grigor Dimitrov, suo prossimo avversario in finale, Nole ha dichiarato: “Sono contento dei suoi successi qui e di questi ultimi mesi, durante i quali probabilmente sta giocando il miglior tennis della sua carriera.
Era il giocatore numero 3 al mondo, vincitore del Masters e un giocatore che si è esibito ai massimi livelli per gran parte della sua carriera. Sappiamo tutti quanto bene si muova in campo, quanto sia talentuoso, creativo e imprevedibile come tennista con una vasta gamma di colpi.
Ha un servizio forte, è stabile a fondo campo, è veloce in difensiva; è bravissimo a rete, ha uno slice di rovescio fantastico, gioca in transizione, ha la capacità di “mescolare” molto bene il gioco.
Non c'è niente che Grigor non possa giocare e non mi sorprende affatto che sia in finale”. Djokovic ha concluso parlando della sua nomina di invincibile. “Nessuno è invincibile, ma sono contento che ci sia quest'aura intorno a me, che la gente pensi che io sia invincibile e che i giocatori lo sentano in campo.
Questo è molto importante per me, voglio che lo sentano perché mi mette in vantaggio mentale su di loro. Ancora una volta, dopo una serie di ottimi risultati in tutti questi anni e, ovviamente, anche questo, non do per scontato nessun incontro, e so che l'avversario non lo darà appena ci incontreremo in campo.
Al contrario, penso che tutti contro di me cerchino di giocare il loro miglior tennis, e soprattutto succede perché non hanno nulla da perdere e hanno più motivazione. Questo è stato il caso questa settimana con gli ultimi tre avversari contro i quali non ho giocato il mio miglior tennis, ma sono riuscito a 'sopravvivere' in campo e a trovare un modo per vincere”. Articolo di Gianluca Ruffino