Djokovic: "Voglio sfruttare il mio status per aiutare tennisti come Trungelliti"
by ANTONIO FRAPPOLA
Nelle ultime stagioni, anche a causa dello stop imposta dalla pandemia da Covid-19, ha trovato spesso spazio nel dibattito pubblico il tema del mondo sommerso del tennis. La lunga pausa ha messo ancora più in evidenza le differenze esistenti tra i primi 150 giocatori del mondo e tutti gli altri atleti.
La disparità di trattamento, soprattutto a livello economico, sta allargando la forbice tra l’élite del tennis e tutti quei ragazzi costretti a fare tanti sacrifici per cercare di pareggiare le spese annuali e giocare i più importanti tornei.
Uno degli obiettivi della PTPA di Novak Djokovic è proprio quello di aiutare i tennisti in difficoltà migliorando un sistema che non funziona sempre correttamente. Il campione serbo si è espresso sul delicato argomento in più di un’occasione e, in un’intervista esclusiva rilasciata a Sportal.rs, ha ribadito il suo punto di vista ringraziando innanzitutto Marco Trungelliti per le belle parole spese nei suoi confronti.
L’argentino è stato costretto a restare lontano dalla sua patria per aver denunciato un tentativo di combine di tre suoi connazionali. Trungelliti si è schierato dalla parte di Djokovic e lo ha elogiato per il continuo supporto che fornisce ai tennisti “meno fortunati” .
Djokovic: "Voglio sfruttare il mio status per aiutare i tennisti"
“Ho visto cosa ha detto e ho subito contattato Charlie( Carlos Gomez-Herrera, ex giocatore e attuale membro del suo team, ndr) per ringraziarlo. Mi dispiace per tutto quello che ha vissuto, non meritava un trattamento simile perché ha mostrato coraggio nel proteggere l’integrità di questo sport.
Gli ho detto che se avesse bisogno di qualsiasi tipo di aiuto, io ci sarò sempre” , ha spiegato Djokovic. “Come organizzazione dei giocatori( si riferisse alla PTPA, ndr) , l’obiettivo primario è aumentare il numero di tennisti, sia in ambito maschile che femminile, che possano guadagnarsi da vivere grazie a questo sport.
È un argomento piuttosto profondo, ma vogliamo sensibilizzare l’opinione pubblica sul fatto che ci siano giocatori presenti in top 180 che alla fine dell’anno non riescono a pareggiare le spese. Non possono permettersi un allenatore, un fisioterapista o un preparatore atletico.
È un argomento complesso che necessita di essere discusso maggiormente. Continuerò a sfruttare il mio status per parlare ai media di questa situazione. Attraverso la PTPA vogliamo raggiungere il nostro obiettivo promuovendo diverse iniziative e portando avanti alcuni importanti progetti.
Tutto dipenderà dalla risposta del sistema tennistico, che è ancora piuttosto negativa. C’è chi ci ignora e mi dispiace, ma dobbiamo accettarlo e fare il possibile. Esiste un monopolio, come in tutti gli sport, e molti non vogliono approfondire questo argomento.
Finché avrò voce in capitolo, la utilizzerò con la speranza che tennisti come Trungelliti ne traggano vantaggio. Non ci permettono di fare parte del processo decisionale, ma vogliamo farci sentire. Per esempio, anche grazie al nostro lavoro, l’ATP ha aumentato le somme di denaro destinate ai giocatori infortunati.
Una cosa che ho accolto con favore ma che non basta. Siamo solo all’inizio: ci sono tante cosa da cambiare. Sono contento che sempre più giocatori riconoscano le nostre buone intenzioni. Voglio sfruttare la mia posizione per garantire loro condizioni migliori per praticare sport a livello professionistico” .