Anche Paolo Bertolucci ha espresso alcune interessanti considerazioni sul recente trionfo di Novak Djokovic agli Us Open, che ha inevitabilmente riportato alla luce i tradizionali discorsi sul giocatore più forte del mondo e su quanti titoli Slam possa raggiungere a fine carriera.
L'ex tennista italiano è intervenuto sulla Gazzetta dello Sport per commentare la vittoria del serbo in finale a New York contro Daniil Medvedev, che non ha affatto sfigurato ma non è riuscito a replicare l'affermazione 'a sorpresa' del 2021.
"Ancora una volta rimaniamo stupiti di fronte all’ennesima impresa. A 36 anni non smette di sorprendere e con una condizione tennistica e atletica di prim’ordine continua a dettare legge nel circuito Atp" ha esordito così uno dei protagonisti della formazione azzurra che ha conquistato la Coppa Davis nel 1976.
Secondo il 72enne di Forte dei Marmi: "non è più un’utopia da folli immaginare che si possa arrivare a vincere 30 Slam. È un obiettivo realistico, alla portata di Nole? Banalmente, se continuerà sulla strada di tre Slam all’anno come gli è accaduto nel 2021 e nel 2023 (l’anno scorso non giocò in Australia e agli Us Open), potrebbe raggiungere la meta tra due anni" ha rivelato.
Le parole di Paolo Bertolucci
Sul futuro del giocatore 36enne di Belgrado, il commentatore italiano per Sky Sport ha aggiunto: "Se teniamo fede alle sue parole, e se non dovrà fare i conti con imprevisti fisici che nessuno gli augura, Djokovic ha intenzione di giocare almeno per altri tre anni: dunque, dobbiamo senz’altro mettere in preventivo la conquista di altri Slam".
Poi ha concluso: "Che possa arrivare a 30, tuttavia, rimane nel campo delle ipotesi improbabili, ma non impossibili per un campione della sua stoffa. Resta il fascino di un numero che fino a tantissimi anni fa procurava i brividi al solo pensarci.
Federer, Nadal e Djokovic hanno l'invece sdoganato come un’impresa realizzabile. Senza uno degli altri tre sulla propria strada, ciascuno di loro avrebbe potuto legittimamente aspirare a quella cifra: ecco perché ciò che hanno costruito non potrà avere eredi".