Panichi: "È impossibile non provare emozioni. Djokovic conosce benissimo sé stesso"
by ANTONIO FRAPPOLA
Uno dei segreti di Novak Djokovic è sicuramente Marco Panichi. Il preparatore atletico italiano ha iniziato a lavorare nuovamente con il campione serbo a partire dal 2019. Panichi aveva già fatto parte del team di Djokovic dall’aprile 2017 all’aprile 2018.
Il belgradese conta molto su Panichi e spesso si rivolge a lui durante le partite nei momenti di maggiore difficoltà. A Cincinnati, per esempio, Djokovic ha dialogato in più di un’occasione con lui in italiano per trovare delle nuove soluzioni e fronteggiare Carlos Alcaraz nel migliore dei modi.
La finale del Western & Southern Open ha conferito ulteriore fiducia a Djokovic, capace di imporsi al tie-break al termine di una battaglia durata 3 ore e 49 minuti di gioco.
Panichi su Djokovic: "È impossible non provare emozioni"
“Conoscevo il vecchio staff di Nole e, quando ha avuto l’esigenza di cambiare, il suo manager ha pensato a me.
E così è iniziata questa avventura. Lui sa che ognuno di noi ha delle caratteristiche che possono aiutarlo. Ci dividiamo i compiti e comunichiamo tantissimo tra di noi in panchina per fornire indicazioni sempre chiare.
Io mi soffermo sull’aspetto meccanico del movimento, che non corrisponde sempre al gesto tecnico. Il preparatore atletico ha le conoscenze per poter gestire più aspetti" , ha spiegato Panichi in un'intervista molto interessante rilasciata a Super Tennis.
"Novak riesce molto bene a trovare le soluzioni alle problematiche che colpiscono tutti i tennisti. Conosce molto bene sé stesso e lavora molto su questo aspetto. Esiste sempre questa lotta con il nemico interno. È impossibile non provare emozioni, anche per i giocatori che non esternano le proprie sensazioni.
Devi cambiare le emozioni a tuo favore per trovare energia in campo. Novak sta bene ed è motivato. La vittoria di Cincinnati gli ha dato una bella spinta motivazionale. Oggi ci sarà un derby impegnativo, perché lui e Laslo Djere si conoscono molto bene.
L’impegno si basa sempre su quello che succederà a breve. Si inizia sempre a pensare alla prossima partita subito dopo una vittoria. A 36 anni deve recuperare bene. Lui è super professionale sotto questo punto di vista” .