Dal caso vaccino in Australia ai ricordi di guerra: Novak Djokovic si racconta

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Era il 2022, ancora in pandemia Covid, e l’Australia aveva aperto le porte ai tennisti e alle tenniste per disputare gli Australian Open, a patto che fossero vaccinati. Non era (e non è) vaccinato Novak Djokovic, ma atterra comunque a Melbourne.

A poche ore dal suo arrivo, però, scoppia il caso: rinchiuso in hotel con il visto ritirato, perché quei confini il tennista serbo non li poteva varcare. La storia è nota e i motivi altrettanto, ma Djokovic li ripercorre entrambi, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera. “Non sono novax e non sono pro vax, sono per la libertà di scelta.

In Australia? Mi hanno trattenuto in un carcere. Molte persone erano rinchiuse lì e la mia storia ha permesso di conoscere la loro. Alcuni sono stati liberati e questo mi consola. Uno di loro ora è in America e lo incontrerò in occasione degli Us Open”, dice l’attuale numero uno del mondo.

“Ho rispettato tutte le norme e non ho messo in pericolo nessuno. Ero diventato un caso politico, mi hanno messo l’etichetta di no vax e questo ancora adesso mi fa venire il mal di stomaco”, ha aggiunto il serbo.

L'infanzia e la guerra

La questione vaccino è storia passata, come lo è la sua difficile infanzia. Un periodo che, per quanto lontano, ritorna attuale adesso: il bambino serbo cresciuto con la guerra civile nell'ex Jugoslavia e i bombardamenti Nato su Belgrado.

“Nel 24 marzo del 1999 ero a casa e le bombe mi svegliarono. Quella notte fu un trauma, ancora adesso ho paura dei rumori forti e improvvisi. Contro le bombe non potevamo fare nulla. Ci alzavamo all’alba, perché in quel momento della giornata non sganciavano bombe.

Si cercavano posti dove non erano previste incursioni. Per me era un gioco, per i miei genitori uno stress”, ha raccontato Djokovic, pescando tra i ricordi. Un tema attuale, considerando la guerra in Ucraina. “Da bambino un guerra dico: in guerra nessuno vince.

Quella in Ucraina è lenta e si sta facendo devastante. Si perdono persone care in guerra. Per questo motivo, non posso sostenere nessuna guerra in nessun Paese”, ha dichiarato il campione Slam. Photo credits: EFE