Novak Djokovic: "Ci sono sempre più lamentele tra i tennisti"



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Novak Djokovic: "Ci sono sempre più lamentele tra i tennisti"

Il numero uno al mondo Novak Djokovic continua ad avanzare indisturbato nel corso del Roland Garros. Nel match valido per il secondo turno del torneo Nole batte in tre set, senza particolari patemi, lo slovacco Alex Molcan, allenato tra l'altro dall'ex tecnico del campione serbo Marian Vajda.

Nel post partita il tennista balcanico ha parlato di tanti temi, commentando non solo la vittoria nel torneo ma anche gli ultimi problemi che stanno caratterizzando il mondo del tennis. Djokovic parla così: "Mi sono sentito davvero bene in campo e sono contento di come ho colpito la palla.

Lui era uno specialista della terra battuta e non era semplice, ha fatto finale la scorsa settimana. Ad ora però tutto sta andando per il verso giusto e non vedo l'ora di disputare la prossima sfida. Sensazioni? Dipendono da tante cose, sia come mi sento che l'avversario ed anche il pubblico".

Djokovic ha parlato poi del suo rapporto con il mondo dei social ed ha riferito: "Anche io li uso ma ogni individuo deve imparare a controllare il tempo che dedica a loro. I social sono interessanti ma non tutte le informazioni che sanno sono buone.

Ormai i social fanno parte della nostra vita e penso sia molto difficile eliminarli dai giovani, credo che vietarli sia inutile ed inopportuno. Anche io ho due figli piccoli e sono consapevole che tra poco tempo anche loro potrebbero averci a che fare".

Djokovic sulla PTPA e Wimbledon

Il numero uno al mondo ha poi continuato: "La PTPA continuerà ad esisterr nonostante tutto. Non possiamo discutere con i poteri grandi perché non siamo riconosciuti dai tornei del Grande Slam.

La situazione tra i tennisti non è semplice: ci sono sempre più lamentele, ho parlato con l'Atp e mi hanno detto che avrebbero parlato con gli organizzatori di Wimbledon, ma non credo che possa cambiare qualcosa.

La PTPA deve esistere per difendere la voce dei più deboli, il tennis è uno sport individuale e tanti tennisti pensano al proprio interesse e non a quello collettivo".

Novak Djokovic