Binaghi contro Malagò: "Ha cercato di non far giocare Djokovic e i tennisti russi"



by   |  LETTURE 12036

Binaghi contro Malagò: "Ha cercato di non far giocare Djokovic e i tennisti russi"

“Da presidente del CIO e membro CIO, mi occupo di politica sportiva e non di politica. In Italia, ribadisco, rappresento il CIO. E l'Executive Board ha raccomandato a tutte le federazioni di non invitare atleti russi e bielorussi ai tornei e alle manifestazioni sportive.

Wimbledon, che è un circolo privato, si è attenuto a questa indicazione” . Con queste parole, il presidente del CONI Giovanni Malagò ha espresso il suo punto di vista sulla partecipazione dei tennisti russi e bielorussi agli Internazionali BNL d’Italia.

Malagò avrebbe preferito assistere all’esclusione dei giocatori russi dal Masters 1000 di Roma e non ha mai nascosto la sua approvazione nei confronti della decisione presa dagli organizzatori del torneo di Wimbledon.

Binaghi attacca il presidente del CONI Malagò

Nella tradizionale conferenza stampa di fine torneo, il presidente della FIT Angelo Binaghi si è detto orgoglioso dei risultati raggiunti quest’anno e ha risposto duramente a tutte le dichiarazioni rilasciate da Malagò nelle ultime settimane.

“«L’aumento della prevendita dall’11% delle previsioni al 22% reale, dopo lunghe meditazioni lo abbiamo attribuito all’effetto Malagò, che prima ha cercato di non far giocare a Roma il numero 1 del mondo Novak Djokovic, poi i russi.

Non è vero che il Cio aveva dato indicazioni diverse rispetto a quelle di Atp e Wta. Mentre lui diceva queste cose l’Uci faceva correre quegli atleti, la Fia pure, i giocatori di club di volley pure. La FIT avrebbe rischiato di danneggiare un patrimonio del nostro sport come gli Internazionali, che rischiavano conseguenze che andavano dal possibile sciopero dei giocatori alla revoca definitiva della licenza.

Addio IBI. In definitiva il presidente del Coni ha chiesto di intervenire sull’autonomia dello sport, proprio lui che in passato si era opposto. Grazie a dio il presidente Draghi e il governo hanno capito tutto: 40 milioni di fatturato e un indotto valutato attorno ai 140, mezzo milioni di tesserati non solo solo numeri, perché far crescere il fatturato fa crescere l’occupazione e l’interesse sul territorio, è un beneficio per la collettività sportiva” .