Tutto troppo facile per Novak Djokovic nel suo match d’esordio agli Internazionali di Roma. Il numero uno del mondo, complice una prova fallosissima e decisamente deludente di Aslan Karatsev, vince 6-3 6-2 e approda agli ottavi di finale, nei quali affronterà il vincente della sfida tra Laslo Djere e Stan Wawrinka.
In conferenza stampa il tennista serbo ha risposto in italiano, testimoniando anche a parole il suo incondizionato amore per l’Italia e per gli Internazionali in particolare.
Le parole di Novak Djokovic in conferenza stampa
Al numero uno del mondo è stato chiesto il significato di una frase usata da un tifoso olandese per descrivere il tennista serbo.
“Non c'è una parola in inglese per questo. Direi che se devo sceglierne una, sarebbe probabilmente 'resilienza' che può essere paragonata a (frase serba). Sì, resilienza (sorridendo)” ha risposto Nole.
Alla domanda su cosa abbia imparato dalla partita di oggi, Djokovic ha risposto: “Ho imparato come trovare il modo di vincere adattandomi. Nonostante i tanti anni di esperienza e la conoscenza di tutti gli avversari, è sempre diverso quando si scende in campo per una partita ufficiale perché c’è l’emozione, la tensione, ci sono tante aspettative da parte del team, del pubblico e non è facile giocare allo stesso livello dell’allenamento e mettere in pratica la strategia che hai preparato”.
Sulla partita con Karatsev, il serbo ha aggiunto: “Nel primo set ho dovuto adattarmi e ritrovare il tempo, i colpi. Lui è un giocatore che gioca vicino alla riga, gioca veloce, prende il tempo all’avversario.
Con lui non si sa mai, se sente la palla bene può essere molto pericoloso su tutte le superfici, lo ha dimostrato negli ultimi due anni. Oggi però faceva tanti errori e mi ha praticamente consegnato alcuni break nel primo e nel secondo set.
Io posso giocare meglio, lo so, ma sono comunque soddisfatto per il mio esordio”. Il 20 volte campione slam che, negli scontri con Nadal e Federer, ha spesso avuto il tifo contro, ha poi espresso la propria gioia per il sostegno ricevuto dal pubblico romano.
“Ho sempre detto che ricevere l’apporto del pubblico è molto importante. Io cerco spesso di ottenerlo ma è anche vero che spesso nel corso della mia carriera il pubblico non era dalla mia parte. Però qui a Roma è sempre stato diverso, non la considero a caso la mia seconda casa.
Sento l’amore e l’affetto del pubblico” ha detto Djokovic. Il serbo ha anche spiegato a chi fosse dedicata quella frase (Uno di noi) scritta sulla telecamera a fine partita. “Ho scritto sulla camera ‘Uno di noi’ perché oggi nel pubblico c’erano due ragazzi, che adesso sono grandi, che dieci anni fa erano bambini che cantavano sempre ‘Sei uno di noi, Nole sei uno di noi’ al mio ingresso in campo. Oggi mi ha fatto piacere rivederli cresciuti e questa storia è una bella dimostrazione del mio rapporto col pubblico qui.
Il loro supporto (del pubblico) mi da molta fiducia, tutti gli atleti sognano di ricevere un sostegno del genere” ha raccontato Djokovic.