Dopo aver sfiorato il ‘Calendar Grand Slam’ l’anno scorso, Novak Djokovic ha dovuto gestire alcuni momenti difficili. A causa della sua scelta di non vaccinarsi contro il Coronavirus, il numero 1 del mondo non ha potuto difendere il titolo agli Australian Open e ha subito un grave danno d’immagine.
Le rigide normative statunitensi lo hanno costretto a saltare anche i Masters 1000 di Indian Wells e Miami. Il 20 volte campione Slam è parso arrugginito e scarico a Dubai, Montecarlo e Belgrado, palesando una condizione ancora ben lontana dal 100%.
Il 34enne di Belgrado, impegnato questa settimana al Mutua Madrid Open, cercherà di arrivare in piena forma al Roland Garros, dove sarà chiamato a difendere il titolo conquistato nel 2021. A marzo di quest’anno, Nole ha scelto di separarsi dal suo storico coach Marian Vajda.
A dire il vero, la decisione era già stata presa alla fine dello scorso anno. Durante una lunga intervista a ‘Pravda’, il coach slovacco ha rivelato i motivi della separazione.
Vajda spiega i motivi della separazione
“Io e Novak Djokovic siamo stati insieme per molto tempo e ci siamo tolti soddisfazioni che non dimenticheremo mai” – ha esordito Vajda.
“Lui voleva concentrarsi maggiormente sugli Slam e non era più necessario avere un team così ampio. Voleva un solo allenatore al suo fianco e la scelta è ricaduta su Goran Ivanisevic. Non c’era motivo per cui fossimo di più” – ha aggiunto.
Marian ha analizzato lo stato di forma del suo ex pupillo: “Ho guardato alcuni match disputati da Novak nell’ultimo periodo. La sua condizione psico-fisica è ovviamente influenzata dalle vicende di inizio stagione.
Quella telenovela è stata deleteria e la questione vaccinale lo ha obbligato a saltare parecchi tornei. Non so se lo vedremo al 100% al Roland Garros. Il tempo è poco e ci sono giocatori più in forma di lui in questo momento, direi che è abbastanza evidente.
Potrebbe essere pronto per Wimbledon. Si trova a suo agio sull’erba e ha il vantaggio dell’esperienza”. Djokovic affronterà Andy Murray a Madrid.