Craig Kelly: "Novak Djokovic è diventato un prigioniero politico"



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Craig Kelly: "Novak Djokovic è diventato un prigioniero politico"

Domenica sapremo finalmente se Novak Djokovic potrà difendere o meno il suo titolo agli Australian Open. Il numero 1 del mondo è ancora invischiato nella faida con il governo relativa al suo visto, che gli è stato annullato per ben due volte negli ultimi dieci giorni.

Sarà la Corte Federale ad emettere un verdetto sul caso, la cui risonanza ha fatto passare in secondo piano i tornei di preparazione all’Happy Slam. Il fuoriclasse serbo insegue il suo decimo titolo a Melbourne, che gli permetterebbe di superare Roger Federer e Rafael Nadal nella classifica all-time dei Major.

Il 2021 è stato un anno eccezionale per il 34enne di Belgrado, che ha chiuso la stagione in vetta al ranking ATP per la settima volta nella sua carriera (staccando definitivamente il suo idolo Pete Sampras). Se si fosse imposto anche agli US Open, Nole sarebbe diventato il secondo uomo nell’Era Open dopo Rod Laver ad aggiudicarsi tutti e quattro gli Slam nello stesso anno.

Ai microfoni del ‘Sydney Morning Herald’, il politico Craig Kelly ha criticato duramente il modo in cui il governo federale ha gestito la situazione.

Il caso Djokovic è ancora aperto

“Il premier ha messo Novak Djokovic in una pessima situazione.

Non è folle sostenere che il numero 1 del mondo sia ormai diventato un prigioniero politico del regime di Morrison” – ha sentenziato Kelly. “Questa vicenda ha messo in imbarazzo tutto il nostro Paese.

Hanno ostentato un sentimento di vendetta e disprezzo che non ha nulla a che vedere con l’essenza del popolo australiano. La motivazione addotta dal ministro dell’Immigrazione per giustificare la cancellazione del visto di Djokovic è ai limiti del ridicolo” – ha rincarato la dose.

Il noto coach Darren Cahill non ha risparmiato critiche: “La colpa è di tutti in questa storia. Ci sono responsabilità evidenti da parte di Djokovic, Tennis Australia, Stato del Victoria e governo federale.

Ne è uscito fuori un enorme pasticcio. La regola per entrare nel Paese e giocare il torneo doveva essere chiara, soprattutto in un periodo come questo e dopo tutto quello che gli australiani hanno dovuto attraversare.

O ti vaccini e vieni a giocare gli Australian Open, oppure ci rivediamo forse nel 2023. Non dovevano esserci margini di manovra”.

Novak Djokovic