Australian Open, conferme riguardo il vaccino: Andrews parla di Djokovic
by LUCA FERRANTE | LETTURE 2361
Gli Australian Open sembrano essere cominciati già da qualche settimana: i preparativi e l’organizzazione sul torneo, che sarà come sempre il primo Grande Slam della stagione, hanno creato non poche polemiche da parte di atleti e addetti ai lavori, soprattutto riguardo alla vaccinazione obbligatoria e sull’arrivo molto anticipato nel continente oceanico rispetto alle date di inizio.
Le concrete indiscrezioni dall’Australia non hanno assolutamente convinto i tennisti, specialmente del circuito Atp, che hanno nel corso degli ultimi giorni detto la propria sulle rigide misure che molto probabilmente saranno stabilite.
Su alcuni particolari le decisioni ufficiali saranno annunciate intorno alla fine del mese di ottobre o inizio novembre, ma ci sono già delle anticipazioni praticamente sicure: per entrare nello Stato della Victoria, tutti (sportivi compresi) dovranno aver ricevuto le due somministrazioni anti-Covid.
Andrews ‘bacchetta’ Nole
Diversi giocatori hanno già affermato di volersi adeguare, e quindi vaccinarsi, qualora questo dovesse compromettere la loro partecipazione agli AO, tra cui Stefanos Tsitsipas e Andrey Rublev.
Idee contrapposte invece di Novak Djokovic, che ha dichiarato di non voler rivelare pubblicamente se riceverà il siero o meno e in una recente intervista ha confermato di non essere sicuro di prendere parte alla competizione australiana.
Il premier della Victoria Dan Andrews ha sottolineato: “Non credo che un tennista non vaccinato otterrà un visto per entrare in questo Paese. Al virus non importa quale sia il tuo ranking internazionale o quanti Slam hai vinto.
E se ottenessero un visto, probabilmente, dovrebbero essere messi in quarantena per un paio di settimane, quando nessun altro giocatore dovrebbe farlo". Sono le sue parole, riportate anche da Sky, che hanno un sottile riferimento particolare al serbo.
L’attuale numero uno del mondo è detentore del trofeo di Melbourne da tre anni consecutivi. Un suo forfait eliminerebbe dalla corsa il principale favorito alla vittoria finale, oltre a rimandare ogni possibilità di riprovare a ottenere in una stessa stagione tutti e 4 i titoli del Grande Slam (traguardo solo sfiorato nel 2021).