Rasheed: "Sarebbe un duro colpo se Novak Djokovic saltasse gli AO"
by SIMONE BRUGNOLI | LETTURE 1819
Lo Stato del Victoria, guidato dal premier Daniel Andrews, ha annunciato che tutti gli atleti dovranno essere completamente vaccinati contro il Coronavirus entro il 26 novembre per poter svolgere la loro professione. Il ministro dell’immigrazione ha recentemente confermato che difficilmente ai giocatori non vaccinati sarà concesso il visto per l’ingresso in Australia.
Novak Djokovic, che è tornato ad allenarsi qualche giorno fa, ha rivelato che disputerà il Masters 1000 di Parigi-Bercy, le ATP Finals di Torino e le finali di Coppa Davis. Il numero 1 del mondo ha messo in dubbio la sua presenza agli Australian Open 2022, non volendo assolutamente ripetere l’esperienza poco piacevole di quest’anno.
Il 20 volte campione Slam è parso convinto della sua posizione e non ha rivelato se si sia vaccinato o meno. In una lunga intervista concessa a ‘SEN Sportsday’, Roger Rasheed – ex allenatore di Lleyton Hewitt e Grigor Dimitrov – ha ammesso che sarebbe un peccato non vedere Nole a Melbourne.
Il nove volte campione dello Slam ‘Down Under’ avrebbe la chance di superare Roger Federer e Rafael Nadal nella classifica dei Major.
Rasheed spera di vedere Djokovic agli AO
“Sono ancora fiducioso che Novak Djokovic parteciperà agli Australian Open il prossimo gennaio” – ha confidato Rasheed.
“Nole è intenzionato a vincere altri Slam e sarebbe fantastico per noi averlo in Australia. Sarebbe incredibile se superasse Roger Federer e Rafael Nadal proprio agli Australian Open. Una simile impresa resterebbe scolpita nella memoria di tutti quanti” – ha aggiunto.
Il 34enne di Belgrado non ha ancora preso una decisione riguardo agli AO: “Sono molto interessato a ciò che sta accadendo, mi pare di aver capito che fra due o tre settimane avremo un responso definitivo. Quel che pare certo è che ci saranno molte restrizioni.
Potresti trovarti a viaggiare in aereo con una persona positiva, non importa se vaccinata o meno, e dover comunque sottostare alla quarantena di 14 giorni. Mi piacerebbe che tutti i tennisti fossero un po’ più coinvolti nel processo decisionale. Non so se giocherò gli Australian Open, la situazione non è affatto buona”.