Guido Pella: “Novak Djokovic irrispettoso del tennis e di tutto il pianeta”
by GIACOMO CORTOPASSI | LETTURE 4737
Un vero e proprio polverone quello che si è alzato a seguito della notizia della positività di Novak Djokovic a Sars-Cov-19, in un momento in cui il suo tanto discusso Adria Tour era appena iniziato. Il circuito del serbo è stato in effetti organizzato senza le più basilari misure di sicurezza, con tanto di partita di calcetto, basket e serata in discoteca che ha visto presenti i vari partecipanti al torneo.
Pochi giorni fa il primo campanello d’allarme: l’annuncio che il bulgaro Grigor Dimitrov è risultato positivo al test, presto seguito dal suo allenatore e da Borna Coric. Ieri, infine, è stata la volta del 17 volte vincitore Slam Novak Djokovic, che ha comunicato via social anche la positività della moglie Jelena, mentre i figli sono fortunatamente risultati negativi.
Pella: "Novak Djokovic un irresponsabile. Non si gioca con la salute delle persone"
Numerose e davvero molto accese le critiche arrivate nel corso delle ultime ore a Djokovic, ritenuto colpevole di aver allestito un evento in un periodo considerato ancora troppo pericoloso per la possibile formazione di nuovi focolai da Coronavirus: “Al di là delle intenzioni di Djokovic, non è giusto mettere in scena un circuito quando il mondo è in balia di una pandemia”, ha detto l’argentino Guido Pella.
“Ha giocato con la salute di tantissime persone e superato un limite dal quale è molto difficile tornare, mostrandosi irrispettoso nei confronti del mondo del tennis e dell’intero pianeta. I video che sono trapelati di lui che balla in discoteca senza maglietta non aiutano per nulla.
Non so come ne uscirà da tutto questo. Dobbiamo vedere se il circuito tornerà in campo dopo quanto successo”. Pella ha quindi parlato della prossima edizione dello Slam di Flushing Meadows: “Sarà complicato non prendere il virus agli Us Open.
Se vado a New York e mi infetto, chi si prenderà cura di me? Vale la pena correre il rischio? Non so cosa fare. Se decido di non andare, devo prendere in considerazione l’idea di appendere la racchetta al chiodo.
Ci sono molte domande aperte. Voglio e ho bisogno di lavorare; non ho il conto in banca di Novak Djokovic, ma non ho nemmeno intenzione di rischiare la mia integrità fisica per tutti i soldi del mondo. Preferisco essere in salute piuttosto che infettarmi e trascorrere sessanta giorni in un ospedale”.
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