Lo scorso anno, Novak Djokovic ha annullato ben due match point in risposta nella finale di Wimbledon contro Roger Federer, beffando lo svizzero al tiebreak decisivo e aggiudicandosi il sedicesimo Slam della sua straordinaria carriera.
Il campionissimo serbo sarebbe arrivato poi a quota 17 rimontando Dominic Thiem nell’ultimo atto degli Australian Open 2020. Il numero 1 del mondo è noto per la sua forza mentale nei momenti più complicati.
Nel corso delle ultime stagioni, Nole è stato in grado di superare rabbia, paura, preoccupazione e il dubbio di non tornare più ai livelli del 2011 e del 2015.
Djokovic e la gestione della pressione
“Penso che l’esperienza derivante dal fatto di essermi trovato così tante volte in situazioni di pressione nella mia carriera, mi aiuta ad affrontare le avversità, i dubbi e le paure” – ha confidato Djokovic in un’intervista a Graham Bensinger.
“Pratico la meditazione, parlo spesso con il mio team, con i miei genitori e con mia moglie. Cerco di affrontare alcuni problemi emotivi o traumi insieme ai miei allenatori di vita, guide spirituali. Quando mi trovo a fronteggiare una palla break o un match point, riesco ad avere il controllo della situazione in maniera molto rapida” – ha aggiunto.
Novak si è soffermato anche sulla possibilità di disputare i tornei senza pubblico: “Sinceramente, non è il massimo giocare con le tribune vuote. Ma sembra che purtroppo sarà la realtà.
Probabilmente lo dobbiamo accettare se vogliamo che il tour riprenda, almeno nella fase iniziale. È la situazione ideale? No di certo. La mia personale opinione è che non gioco a tennis solo per me stesso. Gioco anche per la mia famiglia e per chi mi sta intorno.
Sento che il tennis mi dà tanta gioia e adoro giocarci, per questo mi alleno ogni giorno”. Il 17 volte campione Slam era imbattuto nel 2020 prima della sospensione, con un bilancio di 18 vittorie e zero sconfitte.