Flessibilità mentale e resilienza: le due qualità fondamentali per il successo nel tennis
by FEDERICO COPPINI | LETTURE 3313
FLESSIBILITÀ’ E RESILIENZA
Tra le più importanti attitudini da allenare, oltre alla pazienza e la fiducia che abbiamo affrontato con i precedenti articoli, c’è la FLESSIBILITA’.
Premesso che in termini evolutivi siamo predisposti ad adattarci ai cambiamenti e abbiamo una straordinaria flessibilità mentale che ci permette di trasformare le difficoltà in ricerca di nuove opportunità, non sempre però in campo questo avviene facilmente e in modo automatico.
Sappiamo che il tennis è un’attività “open skill”, nella quale il giocatore deve affrontare realtà costantemente mutevoli a cui rispondere rapidamente ed efficacemente; è un gioco di adattamento costante. Ogni colpo è diverso, ogni avversario è diverso, la situazione in campo cambia continuamente, a volte si gioca su campi indoor altre volte outdoor, in ambienti diversi e con tempi variabili ogni match. Uno sport dove il punteggio non mette mai il giocatore al riparo dalle rimonte dell’avversario, il risultato può essere ribaltato fino all’ultimo punto del match e la pressione rimane alta fino al termine della partita.
Il cambiamento è il nome del gioco e solo coloro che sono disposti ad accettare questa realtà e sono mentalmente flessibili avranno successo.
Questo ci spiega perché alcuni giocatori, si evolvono, mentre altri restano allo stesso livello o col tempo diventano addirittura più deboli. Non è una questione di genetica o di talento, ma di atteggiamento mentale. Un atteggiamento mentale flessibile è quello rivolto alla crescita che si basa sul presupposto che le capacità possano essere migliorate mediante l’apprendimento, la sperimentazione, l’impegno e l’allenamento. Alla base c’è una grande fiducia e convinzione che attraverso l’impegno costante, il duro lavoro si può raggiungere qualsiasi obiettivo.
Quali sono le differenze tra un atteggiamento mentale rigido ed uno flessibile?
I giocatori che hanno un atteggiamento RIGIDO partono dal presupposto che le capacità tecniche fisiche e mentali, siano predeterminate. Perciò o una persona ha queste capacità innate oppure non ce l’ha. Una persona di questo tipo generalmente evita le sfide, rinuncia nel momento di difficoltà, attribuisce all’impegno un basso valore, ignora i feedback, ricerca fuori di sé la responsabilità dei propri errori (il tempo, il compagno, la racchetta, le luci, il campo ecc.) e vede gli errori come definitivi.
Vediamo ora cosa possiedono le persone che hanno un atteggiamento mentale FLESSIBILE:
1. Sono giocatori che amano le sfide, vogliono superare costantemente i propri limiti. In allenamento sono coloro che sperimentano strategie di gioco diverse in base alle caratteristiche degli avversari, senza avere timore di uscire dalla propria zona di comfort e di abbandonare il desiderio di “fare sempre bella figura” restando prigionieri delle proprie sicurezze. Se i nostri avversari non ci permettono di giocare il nostro miglior tennis, ostinarsi a fare sempre lo stesso gioco non servirà a nulla. L’essere flessibili vuol dire variare e trovare nuove soluzioni tattiche in corsa per ribaltare una situazione sfavorevole e riadattarsi alle situazioni più disparate. Sono coloro che sono disposti ad investire negli insuccessi per riuscire a migliorarsi. Appena il nostro ego si collega al risultato, l’autostima viene definita attraverso questo risultato: se commettiamo continuamente un errore e perdiamo il match, l’errore siamo noi! Nell’atteggiamento mentale rigido gli errori vengono visti come permanenti e non come transitori. Persone con un tale atteggiamento mentale temono gli errori, cosa che limita notevolmente la loro capacità di apprendere, sperimentare e migliorare.
2. Affrontano le difficoltà a testa alta e ne sanno trarre beneficio. Quando si trovano di fronte alle difficoltà tirano fuori il meglio, sapendo che da ogni situazione, da quelle più semplici a quelle più impegnative, si può trarre sempre un insegnamento. Questa capacità possiamo definirla RESILIENZA. Il termine resilienza viene spesso usato in modo un po’ semplicistico come sinonimo di resistenza. In questo senso tuttavia indicherebbe passività nell’accettazione degli eventi, mentre la resilienza esprime un concetto dinamico che indica soprattutto la plasticità, l’elasticità con cui un’atleta affronta le avversità. Anziché subire, il giocatore resiliente cerca di modificare non tanto la realtà, che spesso non può essere cambiata, ma il modo di viverla, con la finalità di trarre qualcosa di positivo anche dalle situazioni più ardue. Un atleta “resiliente” cerca di trovare continuamente soluzioni, mantiene un atteggiamento positivo sia durante un allenamento o un match che quando si presentano ostacoli nella sua carriera sportiva (infortuni gravi, lunga serie di sconfitte, ecc…).Il tennis, può essere uno sport veramente “spietato”; tutto ciò che succede durante una partita può essere molto “frustrante” e se non siamo sufficientemente “resilienti”… difficilmente troveremo il modo di “portare a casa i matches”.
3. Accettano feedback e imparano da essi. L’atleta rigido vede le cose solo dal suo punto di vista e fatica a considerare opzioni – del proprio coach – diverse dalle proprie. Saper ricevere e accogliere le critiche è un’opportunità molto vantaggiosa per conoscere le proprie aree di miglioramento e per acquisire informazioni verso cui indirizzare la propria strategia di crescita, pur riconoscendo i propri limiti e il proprio bisogno di evoluzione.
4. Si assumono le responsabilità dei propri errori. Ritengono gli errori come transitori e come parte integrante di un processo di apprendimento sulla via della crescita. Quando ci assumiamo la responsabilità, siamo in grado di intervenire e modificare l’errore. Se continuiamo a investire altri per ciò che avviene in campo, difficilmente troveremo soluzioni diverse ed efficaci.
Come ci si può migliorare?
Con un atteggiamento mentale orientato allo sviluppo e alla crescita, a differenza di un atteggiamento mentale rigido, orientato al proprio ego. Che significa questo? Un giocatore, principiante o professionista, giovane o adulto che sia, col tempo migliorerà notevolmente, se è focalizzato sullo sviluppo delle proprie capacità. Dobbiamo concentrarci sull’approccio rivolto allo sviluppo e porre l’importanza dell’apprendimento e del miglioramento al di sopra della vittoria e della sconfitta. Invece di focalizzarci sul risultato finale, dovremmo chiederci: cosa ho imparato oggi? Come posso migliorare le mie capacità? Come posso accrescere la mia passione? Ricordiamoci che la vittoria è con noi stessi, il risultato è solo una conseguenza di una prestazione costruita con dedizione e impegno costante.
Come possiamo allenare la flessibilità mentale in campo?
- Cambiare spesso avversario con caratteristiche diverse in modo da doverci adattare alle differenti situazioni di gioco.
- Variando il più possibile i colpi durante un punto. Giocare sempre lo stesso tipo di palla, difficilmente creerà le condizioni per fare il punto, anche perché rischieremo di mettere in palla il nostro avversario. Variazione equivale ad imprevedibilità e difficoltà di lettura di gioco per i nostri avversari.
- Allenandoci con qualsiasi condizione meteorologica, contro sole e col vento se giocheremo all’aperto, provare a giocare sia di giorno che di sera quando magari c’è più umidità e le palle viaggiano ad una velocità inferiore. Giocare sia con palle vecchie, pertanto un po' più sgonfie, che nuove, per allenare la sensibilità e modulare la potenza dei colpi.
- Cercando il nostro peggior nemico, quello che temiamo di più e affrontiamolo in modo da spostare in avanti i nostri limiti e poter affrontare qualsiasi tipo di avversario. Ma giochiamo anche con avversari che reputiamo di un livello inferiore al nostro, per allenare la capacità di rimanere concentrati anche nelle situazioni più facili.
Non resta che provare, buon allenamento e buon tennis a tutti!