Volevo parlare di duro allenamento, di duro lavoro, penso che molti allenatori abbiano sbagliato, non è si tratta solo di lavorare duramente ma bene. Conosco innumerevoli giocatori che hanno dato il massimo in campo e fuori e non ce l'hanno mai fatta.
Intensità, attenzione, concentrazione, che dovrebbero sempre prevalere, a volte non bastano. Serve qualcos'altro ed è "sapere cosa bisogna allenare" (parlo sempre di competizione di alto livello, Futures, Challengers).
La maggior parte dei giocatori allena tutto: attacchi, volée, punti, angoli, palla a chiudere , slice corto di Federer, pallonetti, lungolinea, incrociato, palle alte, palle basse, drop, difese parallele, difese incrociate, giocare con peso, giocare in anticipo, risposta, cambi di ritmo, cambi di altezza, prime di servizio, secondo servizio, servizio slice, kick serve, flat service e anche, le battute di sotto di Kyrgios, diritto e rovescio al volo, volée da metà campo...
Adesso allenano anche colpire con la flessione delle gambe sulla linea di fondo (quanto danno ha fatto Radwaska) invece di andare indietro. Io penso che per assimilare tutto quell'allenamento ci vorrebbero almeno tre vite, a meno che non ti chiami Federer o Safin.
Il resto dei mortali, non siamo preparati a fare correttamente tutto ciò che l'allenatore intende. Quindi la mia idea è sempre stata quella di prendere ciò che penso sia meglio per il giocatore e lavorarci sopra; riassumerlo in cinque cose più o meno, ed essere straordinario in quelle cose, elementari ma essenziali.
Con questa idea avremo sempre una “scelta semplice o migliore” e per noi sarà più difficile “avere paura in partita ”, perché facciamo sempre lo stesso e non esiteremmo a farlo in quei momenti.
Nei momenti caldi di una partita dobbiamo avere idee chiare su cosa fare e togliere le opzioni difficili o poco probabili: per me questo è stato sempre il mio primo compito con i giocatori che ho allenato. Riassumendo e prendendo a prestito dal proverbio, che come sempre, è saggio: "Apprendista di molto, maestro di nulla".
Una volta che mi sono allenato con Alberto Berasategui, ha sbagliato un rovescio lungolinea cercando il mio rovescio mancino e ha commentato quanto fosse scarso in quella situazione e il suo allenatore Javier Duarte gli ha detto: “Non ce l'hai, non c’è l’avrai o non lo allenerai e farai del tuo meglio per non doverlo giocare” Pensiero di Eduardo Infantino, famoso coach argentino: “Molto importante fare tre / quattro cose molto bene tutto il tempo” Quindi, vi lascio con una domanda in cosa dobbiamo allenarci? Jose Altur