Le Atp Finals attendono Jannik Sinner, e lui non vede assolutamente l'ora di cominciare. Sarà proprio il tennista italiano ad aprire il programma delle gare in singolare domenica 12 novembre al PalaAlpitour di Torino: il countdown per i tantissimi fan azzurri pronti a riempire gli spalti è già partito.
L'altoatesino ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera raccontandosi a 360° e descrivendo l'emozione di partecipare nuovamente a questa manifestazione, stavolta da qualificato fin dall'inizio. "È una mentalità nuova, nella quale comincio a entrare.
Mi piace quando la gente sale sul mio carro. Anche per questo ci tengo a far bene qui" ha dichiarato. La sfida che risalta più all'occhio nella fase a gironi è sicuramente quella contro Novak Djokovic, che non ha mai battuto nella sua carriera (3 i precedenti a favore del serbo): "Ti ritrovi davanti uno che ha vinto 24 Slam, tre su quattro solo quest’anno.
A livello di risultati, il migliore che questo sport abbia mai avuto. Spero di incontrarlo il prima possibile, già nel girone (e il sorteggio lo ha alla fine 'accontentato'), sono le partite importanti per la crescita, quelle per cui dico: vinco o imparo.
Nole mi dirà a che punto sono" è l'analisi del talentuoso 22enne. Sulle scorse battaglie col campione di Belgrado: "Mi sono sentito più vicino quest’anno in semifinale a Wimbledon, pur perdendo in tre set, che l’anno scorso nei quarti, quando avevamo lottato per cinque.
Non vedo l’ora. Sono le partite per cui mi alleno tutti i giorni, quelle che mi caricano di pressione... Perché sì, adoro giocare sotto pressione".
Sinner e gli allenamenti
L'atleta numero 4 del mondo chiede tanto da se stesso già durante gli allenamenti.
Lo ha confermato nell'intervista: "Dopo l’allenamento mi chiedo: ho fatto abbastanza? Potevo sforzarmi di più? È il mio lavoro, ci tengo. C’è chi pensa di lavorare troppo, io penso sempre di non aver lavorato a sufficienza.
La mia mentalità è questa. Anche quando arrivo a sera schiantato dalla stanchezza, mi interrogo". Sa anche perdonarsi Jannik Sinner? Ecco cosa ha risposto sul tema: "Ho i miei tempi, dipende. Con Alcaraz a New York, quando ho sprecato un match point, sono andato avanti a pensarci un po’.
Ma non sono uno che si porta dietro le cose per giorni. Con Shelton a Shanghai ho perso alle dieci di sera, c’era un volo per l’Europa all’una e mezza, ho detto: prendiamolo. In aereo già scherzavo con il team: pensa te, ho sbagliato il rovescio sul 4-3, era palla break... E ci siamo messi a ridere. Voglio capire, non voglio vivere di rimpianti".
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