La salute mentale è diventata, nel corso degli ultimi anni, uno degli aspetti centrali della carriera degli sportivi. La cura della mente, oltre che quella del corpo, ha suscitato sempre più attenzione anche nella preparazione dei tennisti, e le figure come il mental coach sono diventate fondamentali per i successi di campioni come Novak Djokovic.
In una recente intervista con Europsort, Riccardo Ceccarelli, medico dello sport con un’esperienza trentennale che dal 2020 fa parte dello staff allargato di Jannik Sinner, ha spiegato gli aspetti cruciali del suo lavoro per la crescita del 22enne italiano.
Ceccarelli su Jannik Sinner: "Raramente ho visto un ragazzo così determinato e maturo"
Ceccarelli, impegnato per tanti anni con campioni della Formula 1 come Ayrton Senna e Max Verstappen, ha spiegato in cosa consiste il suo impegno col tennista italiano.
“Nel tennis, come nella Formula 1, la performance dipende più dal cervello che dai muscoli: rispondere per tre ore a un centimetro dalla linea, una volta che il corpo è allenato, è soprattutto una questione di testa.
Si dice “Mens sana in corpore sano”, ma è vero anche il contrario. Il nostro metodo è il frutto di centinaia di test sotto stress. Alleniamo i nostri atleti a diminuire il carico emotivo davanti all’errore, al rimpianto, al pensiero negativo, alla sconfitta.
In soldoni: tendiamo ad eliminare lo spreco di energia mentale” ha dichiarato il medico dello sport. Il lavoro nel concreto. “Utilizzando un joystick lo facciamo cimentare con i nostri test computerizzati che abbiamo creato ad hoc monitorando le performance ed associandole alle linee del suo consumo cerebrale (attraverso una fascia frontale) e del battito cardiaco.
Il nostro allenamento è finalizzato a creare situazioni che permettano di percepire sensazioni come rabbia, sconforto, stanchezza, calma, efficacia. Sarà poi lui ad associarle ai vari momenti vissuti durante le partite.
Con Jannik, come con gli altri atleti, lavoriamo molto su quella che noi chiamiamo “self awareness” ovvero lo sviluppo di una profonda conoscenza di se stesso. Solo così impari a conoscere come funziona il tuo cervello, esattamente come ha detto lui dopo il successo a Pechino.
In questo aspetto raramente ho visto un ragazzo così determinato e maturo, nonostante l’età” ha raccontato Ceccarelli. Il rapporto con Sinner nasce già quando l’azzurro era allenato da Riccardo Piatti.
“Ci chiamò il suo ex coach Riccardo Piatti, mi disse che nella sua Academy a Bordighera c’era un ragazzo interessante che poteva diventare il n° 1 al mondo […] Mi ha colpito la sua riservatezza, la sua dedizione al lavoro” ha spiegato Ceccarelli, che continua a collaborare anche adesso col numero quattro del mondo: “Poi siamo rimasti la costante dello staff allargato di Sinner, anche dopo il suo addio con Piatti.
Con il nuovo entourage abbiamo sviluppato una splendida sinergia, specialmente con il suo coach Simone Vagnozzi e il preparatore Umberto Ferrara”. Ceccarelli ha infine esaltato la forza mentale del giovane azzurro. “Non ricordo un Jannik negativo che chiede aiuto, neppure dopo il match point sprecato contro Alcaraz agli US Open 2022.
Anzi, sono momenti in cui indaga ancora più su se stesso, in cui cerca di migliorare la reazione alla frustrazione che c’è, è umana. Di solito gli servono un paio di giorni per smaltirla. Direi che la sua forza, e lo ripete soprattutto dopo i tornei vinti, è continuare a lavorare e migliorarsi” ha concluso il medico dello sport.
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