Binaghi sul caso Jannik Sinner: "Rappresenta un'occasione. Arriverà il momento..."
by LUCA FERRANTE | LETTURE 3712
Ha deciso di attendere la fine della settimana di Coppa Davis per dare la sua opinione sul caso, che ha suscitato non poche polemiche fra gli appassionati (e non solo). Angelo Binaghi ha analizzato in modo approfondito la situazione che si è creata attorno a Jannik Sinner, dopo la decisione di non approdare a Bologna per aiutare il gruppo azzurro a qualificarsi per Malaga.
"Gli faccio i complimenti per non aver risposto e non essersi fatto trascinare dalle contestazioni, lasciando esprimere al meglio la squadra anche nelle difficoltà. Sono atteggiamenti di grande maturità" ha esordito in conferenza stampa.
"Siamo stati informati che il suo staff immediatamente dopo aveva impostato con lui una riflessione seria che ci sembra ragionevole. Se l'obiettivo continua ad essere, e deve essere, diventare un giocatore che ogni anno lotta per gli Slam come Federer, Djokovic e Nadal, allora bisogna fermarsi, fare un programma fisico pluriennale come già stiamo facendo e intensificarlo" ha subito aggiunto il presidente della Fitp.
"L'ho condiviso fin dal primo momento, con grande sofferenza, l'obiettivo che Sinner e il suo team si sono dati. Ha 22 anni, è numero 4 della Race e rappresenta per noi un'occasione che nel tennis italiano non c'è mai stata.
Nemmeno Panatta e Nicola Pietrangeli, credo, sono arrivati numero 4 dell'anno a quell'età. Credo che si possano sacrificare gli obiettivi di breve termine per vincere la battaglia di medio e lungo periodo, perché se vinciamo questa scommessa cambiamo la storia del tennis" ha rimarcato Binaghi davanti ai media.
Sinner-nazionale, Binaghi spiega la situazione
Il 63enne di Cagliari ha poi dichiarato: "Arriverà comunque anche per Jannik il momento in cui alla nazionale bisognerà dare la priorità rispetto ad altro, ci saranno situazioni in cui i ragionamenti potranno e dovranno essere diversi.
Sono sicuro che Sinner non rinuncerà a venire a Malaga. Credo che abbia detto, e l'ha dimostrato quando è venuto a giocare in Coppa Davis, di provare orgoglio, voglia, passione nell’indossare la maglia della nazionale.
Credo sia stato giusto sacrificare questo girone di Coppa Davis rispetto a obiettivi di lungo periodo: partivamo favoriti anche senza di lui e Berrettini. Poi ha concluso: "A qualche cosa bisogna anche rinunciare se si hanno grandi obiettivi.
Per la prima volta nella storia l'obiettivo di avere un italiano fra i primi 2-3 giocatori del mondo è reale. È nostro dovere riuscire a rimodulare i nostri principi per cercare di far cogliere a lui, a tutto il tennis e il nostro sport un'occasione irripetibile".
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