Mouratoglou su Simona Halep: "Sono responsabile della sua squalifica"



by GENNARO DI GIOVANNI

Mouratoglou su Simona Halep: "Sono responsabile della sua squalifica"
Mouratoglou su Simona Halep: "Sono responsabile della sua squalifica" © Julian Finney/Getty Images

Poco più di un mese e mezzo fa Simona Halep è stata squalificata dal circuito per 4 anni a seguito delle analisi su un campione delle sue urine, analizzato durante gli Us Open 2022, risultato positivo al test antidoping.

Secondo l'International Tennis Integrity Agency, la tennista rumena aveva assunto il Roxadustat, farmaco utilizzato nel trattamento dell’anemia e illecito in campo sportivo, accuse aggravate dall’assunzione di una sostanza proibita anche nel merito del programma sul passaporto biologico dell’atleta con 51 campioni di sangue forniti.

La sentenza del tribunale del settembre 2023 ha stabilito dunque la colpevolezza di Halep, condannandola ad uno stop di quattro anni che si concluderà il 7 ottobre 2026 Patrick Mouratoglou, coach dell’ex numero uno al mondo, ha rotto il silenzio e ha commentato l’accaduto assumendosi le colpe insieme al suo team.

Il francese ha ammesso che a consigliare alla campionessa rumena il farmaco incriminato è stata la sua squadra, inconsapevole ovviamente del fatto che fosse contaminato.

Il messaggio di Mouratoglou

"Ho fiducia per il futuro di Simona e del suo appello perché è un tribunale indipendente, e siamo stati in grado di dimostrare da dove provenisse questa contaminazione.

Siamo noi ad averle proposto di prendere il collagene di quell'azienda ma non c'era modo di sapere che fosse contaminato”, ha detto Mouratoglou Poi ha continuato: “Mi sento responsabile per questo perché è stato il mio team, e quindi io, ad averglielo dato.

Abbiamo fatto tutti i test per chiarire che si trattasse di una contaminazione e sono fiducioso che questo tribunale riconoscerà che il doping non c'entra nulla, che lei è una vittima e che deve tornare in campo a competere il prima possibile.

E' chiaro che si tratta di una vicenda che può capitare a qualsiasi atleta, perché è una cosa che accade sempre più di frequente, i prodotti dovrebbero essere puliti e invece capita che siano contaminati.

Ma parliamo di livelli estremamente bassi in termini di presenza, e quando dico estremamente bassi vuol dire che non hanno alcun effetto, ma che tuttavia vengono rilevati nel nostro organismo e dal test antidoping. Ed è terribile perché sei innocente, la tua reputazione viene macchiata dal fatto che il tuo nome sia associato al doping anche se non hai fatto nulla, la tua carriera subisce uno stop che può essere molto lungo e il tutto per un motivo ingiusto. E' una vicenda che deve far aprire gli occhi perché può accadere a chiunque", ha concluso.

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