Andrey Rublev lotta con se stesso più che con Jack Draper nel match di ottavi di finale in questi Us Open: il russo batte Jack Draper con il risultato finale di 6-3, 3-6, 6-3, 6-4. “Non voglio pensare al mio gioco, a dire il vero, perché sento che sto giocando bene e questa è la cosa più importante.
Ecco perché non voglio prestare attenzione al gioco ed esercitare ulteriore pressione su di me. Perché sì, sento bene la palla”, esordisce in conferenza stampa. Sollecitato, però, risponde in merito al suo livello di gioco: “Ho giocato bene oggi, ad un buon livello.
Devo prendere comunque prendere appunti dalla partita di oggi, per migliorare ed essere migliore per il prossimo match. Ma in termini di gioco, sì, ho giocato davvero una bella partita oggi”. È un altro match in cui Rublev si è sfogato ad urla, soprattutto nel secondo parziale.
“Voglio dire, non è facile (sorride). Quando stai giocando la partita e senti che stai giocando davvero bene e tutto è sotto controllo, ti senti bene. Se mi arrabbio con me stesso è perché non ho provato di meglio, che non ho provato al 100%.
Stavo giocando bene, avevo tutto sotto controllo, semplicemente avevo bisogno di tornare a quello stato d'animo. Alla fine, ci sono riuscito”, ha proseguito l’attuale numero otto del mondo.
La sfida a Medvedev
Ai quarti di finale, Andrey Rublev affronterà il suo connazionale Daniil Medvedev.
I due hanno sempre dichiarato di essere legati da una forte amicizia: il numero due russo è stato scelto come padrino della figlia del numero uno. In conferenza stampa, più che elogi al tennis del suo prossimo avversario, sono arrivate belle parole sull’amicizia che li lega da tanto tempo.
“È come se fosse di famiglia. Sono il padrino di sua figlia. Abbiamo costruito il nostro rapporto grazie al tennis, ma ora è più grande del tennis stesso. Ci conosciamo da quando abbiamo sei anni. Lui è super onesto e rilassato.
È semplice parlare con lui. È molto umile e allo stesso tempo è davvero, davvero divertente”, ha concluso Rublev in conferenza stampa.