Ljubicic su Sinner: "Lecito aspettarsi di più da lui a Roma, ma non ha fallito"
by GENNARO DI GIOVANNI
Intervistato ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, Ivan Ljubicic, ex coach di Roger Federer e top 3 del ranking mondiale, ha espresso il suo parere sul percorso degli italiani agli Internazionali Bnl d’Italia. Sul cammino di Jannik Sinner, interrotto agli ottavi di finale contro Francisco Cerundolo, il commentatore di Sky predica calma: “Non possiamo parlare di fallimento, però è naturale che ci aspettassimo tutti qualcosina in più, da Jannik soprattutto”, ha spiegato.
Su Lorenzo Musetti invece, battuto da Stefanos Tsitsipas, ha parlato di un difetto di esperienza, caratteristica che manca anche all’altoatesino per spiccare definitivamente il volo: “Sarebbe ingeneroso parlare di fallimento, anche se era logico aspettarsi qualcosa in più da Sinner.
Musetti invece ha perso da un giocatore molto forte. I giovani spesso faticano a giocare in casa, tra il pubblico amico. Quella pressione può risultare uno svantaggio. Con il passare degli anni, maturando, facendo esperienza, riusciranno a sfruttare questo ‘vantaggio’ a loro favore.
Ci vuole pazienza. I tennisti italiani hanno tutte le carte in regola per fare bene”, ha commentato.
Ljubicic sul paragone tra Sinner con Alcaraz e Rune
Poi sullo scomodo paragone tra Jannik e i due fenomeni, Carlos Alcaraz e Holger Rune: “L’azzurro sta facendo il suo percorso.
E’ diverso dallo spagnolo. Ognuno ha la sua strada. Quella di Jannik è più lunga. Alcaraz e Rune riescono a superare più facilmente le delusioni, le sconfitte. Sinner ci tiene tanto a far bene, ma deve avere pazienza, perché è giovane e molto forte".
Sui margini di crescita di Musetti invece: “Ha un potenziale enorme. Può giocare da qualsiasi zona del campo. Ha tante soluzioni. All’inizio è complicato riuscire a pescare l’arma giusta, ma quando capisci bene come funziona allora sei più forte di quelli che hanno meno soluzioni.
Deve essere pronto a trarre dalle sconfitte degli aspetti su cui migliorare". Infine sull’immimente ricambio generazionale, che sta investendo dopo anni Rafael Nadal, che probabilmente potrebbe chiudere la carriera nel 2024, e Novak Djokovic, più vulnerabile del solito in queste ultime apparizioni: “Ci siamo.
Novak quest’anno ha fatto fatica a Roma, Rafa non è venuto ma ha difficoltà a rientrare, Roger ha già salutato. Ovvio che il ricambio generazionale è a un passo, ma per il cambio completo aspetterei ancora un attimo" ,ha concluso. Photo Credit: getty Images