Rune attacca l'ATP: "Hanno reso le cose difficili per me e per altri giovani"
by ANTONIO FRAPPOLA | LETTURE 2384
“Abbiamo avuto una piccola conversazione negli spogliatoi, è stato un momento difficile per lui. Non è facile vedere queste cose. Era molto triste e lo capisco, perché ci sono passato anche io. Non si è voluto fermare, è andato avanti con dignità fino alla fine della partita.
Merita il mio rispetto e quello di molte persone. È ancora molto, molto giovane, 18 anni. Ha molti tempo a sua disposizione e sono sicuro che lo vedremo con continuità in futuro” . Sono queste le parole di conforto che Novak Djokovic ha voluto dedicare a Holger Rune dopo il match di primo turno agli US Open.
Il danese ha vinto il secondo set al tie-break giocando un tennis brillante e solido, ma ha dovuto fare i conti con i crampi all’inizio del terzo parziale.
Un problema fisico che gli ha impedito di essere competitivo ma non di concludere la partita con onore.
Rune attacca l'ATP: "Dobbiamo competere tutti alle stesse condizioni"
Rune ha chiuso il 2020 alla 473esima posizione del ranking mondiale, ma la grande crescita vissuta nel corso di questa stagione gli ha permesso di scalare la classifica e sorprendere tutti gli appassionati.
Il danese è attualmente il numero 123 del mondo e senza il ranking congelato si troverebbe vicino alla top 60. Il 18enne crede molto nel suo lavoro e attraverso il suo profilo Instagram ha voluto lanciare un importante messaggio all’ATP.
"Ragazzi, sapete che sono un grande lavoratore e che di solito non mi lamento. Quest’anno ho lottato duramente per raggiungere i miei obiettivi e diventare un top 100. L’ATP ha ripetutamente reso le cose difficili per me e per altri giovani emergenti perché ha congelato il ranking dal 2019; ciò significa che ci sono giocatori che hanno ancora punti ottenuti nel 2019, non importa cosa abbiano fatto nel 2020 e nel 2021.
Con il ranking normale di due anni fa, sarei n. 62 e non 124. È importante? Sì, quando sei ambizioso e perseverante importa per avere un riconoscimento. Con quella classifica potrei partecipare a tornei di livello più alto e sentirei che il mio impegno è ricompensato.
Adesso mi sento stanco e arrabbiato perché penso che il sistema sia ingiusto. Amo giocare, ma dobbiamo competere alle stesse condizioni" .