Popyrin e il dilemma US Open: "Non voglio andarci, ma potrei esserci costretto"



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Popyrin e il dilemma US Open: "Non voglio andarci, ma potrei esserci costretto"

Il clima di incertezza e paura, diffuso in tutto il mondo dalla pandemia coronavirus, non risparmia neanche i tennisti. Dopo le perplessità manifestate dai primi due giocatori del mondo, Novak Djokovic e Rafael Nadal, riguardo alla possibilità di disputare gli US Open, tanti colleghi stanno esprimendo la stessa incertezza.

Viaggiare in questo periodo appare estremamente rischioso, specialmente a New York, la città più colpita degli Stati Uniti. Per questo in molti stanno pensando di restare in Europa e di disputare i tornei continentali: scelta tutt’altro che facile, tuttavia, vista la quantità di punti che i tornei americani mettono in palio e che per molti tennisti sono fondamentali per mantenere un ranking competitivo.

È questo il dilemma espresso da Alexei Popyrin, in questi giorni protagonista del torneo esibizione Ultimate Tennis Showdown.

Popyrin e la perplessità riguardo alla partecipazione agli US Open

“Data l’attuale situazione che si sta vivendo negli Stati Uniti, non voglio andare agli US Open 2020” ha dichiarato il tennista australiano di origini russe, secondo quanto riportato da TheWest.

“Mi piacerebbe restare con la mia famiglia in Europa, dove mi sento al sicuro. Dal mio punto di vista, è pericoloso giocare ai tornei adesso; e il piano del Roland Garros, che suggerisce di giocare a porte aperte, non mi sembra affatto sicuro”.

Ciononostante, i tanti punti in palio potrebbero costringere Popyrin a rivedere le sue legittime posizioni e a giocare i tornei americani. “Se la classifica non viene congelata in qualche modo e il sistema di punteggio non viene livellato, sarò costretto ad andare, per quanto non lo voglia, perché se rinunciassimo a giocare perderemmo punti e posizioni nella classifica ATP” ha commentato l’australiano.

“Possiamo solo aspettare di vedere cosa succede e come evolve la situazione” ha concluso Popyrin, che l'anno scorso ha raggiunto il terzo turno a Flushing Meadows. Nel frattempo, anche Benoit Paire ha espresso un concetto analogo: "Ad essere onesti, viste le attuali condizioni negli Stati Uniti, è molto difficile per me viaggiare lì per giocare questi eventi" ha infatti commentato il francese.

"Preferisco rimanere in Europa e prepararmi a giocare i tornei di Madrid, Roma e Roland Garros. Direi che bar, ristoranti e persino parchi dovrebbero essere aperti, ma se la situazione peggiora sarebbe il caso di chiuderli.

Se non si riesce a limitare la scia di contagi, sarà complicato riuscire a giocare".
Photo Credit: Getty Images

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