Non sempre la vita di un numero 1 è il sogno che la gente comune può immaginare. Nella sua splendida autobiografia, intitolata Open e pubblicata nel 2011, Andre Agassi parla approfonditamente delle angherie del padre e dei sacrifici vissuti anche da bambino per poter soddisfare il desiderio paterno di vederlo diventare, un giorno, il tennista più forte del mondo.
Anche Marat Safin, che numero 1 divenne nel novembre del 2000 e che vinse due Slam nel corso della sua carriera, non ha vissuto un’infanzia facile. Lui e sua sorella Dinara Safina sono l’unica coppia di fratelli capaci di diventare i numeri 1 dei rispettivi circuiti, ATP e WTA.
Sembra un sogno, eppure in una recente intervista concessa a ESPN Safin ha rivelato di non aver mai provato piacere a giocare a tennis.
Non era il tennis la vera passione di Marat Safin
“Per quanto mi riguarda, non mi è mai piaciuto giocare a tennis” ha commentato il campione degli US Open 2000 e degli Australian Open 2005.
“Non mi sono mai divertito, non l’ho mai vissuta bene, ho sopportato pressioni e doveri, mi costringevano a giocare. Ma la mia passione era fare il calciatore, giocare a tennis fu contro la mia volontà. La mia carriera è stata un miracolo”.
A rendere possibile l’impresa leggendaria (e probabilmente irripetibile) di crescere due figli, un maschio e una femmina, futuri numeri 1 del mondo è stata la madre di Safin. “Solo le sorelle Williams hanno raggiunto lo stesso risultato, ma come uomo e donna non ci sono mai stati due fratelli numero 1” ha sottolineato il russo.
“È merito di mia madre: lei era stata una tennista, ha raggiunto le semifinali al Roland Garros junior, poi è stata un'allenatrice e ci ha cresciuti come giocatori di tennis. Fu un vero regalo per mia madre avere in casa due numeri 1.
Ha portato a termine tutto il suo lavoro e ha cresciuto due figli che poi sono diventati numeri 1 al mondo. Le chiedo di goderselo, deve essere la madre più felice del mondo” ha concluso.
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