Matteo Berrettini: "Risultato inaspettato. A 16 anni Panatta mi ha detto.."
by LUIGI GATTO | LETTURE 19146
Si prende gli applausi di tutta la sala stampa Matteo Berrettini dopo la vittoria per tre set a zero su Andrey Rublev. 6-1 6-4 7-6 il punteggio col quale il 23nnne romano ha raggiunto per la prima volta i quarti di finale in uno Slam.
"Sono orgoglioso di me stesso e del mio team. Arrivavo da un infortunio quindi non mi aspettavo di essere ai quarti. Non avevo mai vinto un match prima d'ora nel tabellone principale di questo torneo. Un po' inaspettato ma sono veramente felice".
Berrettini dimostra di essere un giocatore completo come pochi: lo scalpo su Alexander Zverev a Roma sulla terra rossa, la vittoria a Stoccarda sull'erba e adesso i quarti a New York sul cemento. Qual è la sua superficie preferita? "Difficile da dire.
Prima di questo torneo dicevo erba e terra. Prima della stagione su erba dicevo terra. Ora tutte le superfici. E' un percorso iniziato 3-4 anni fa col mio allenatore. Ero abituato a giocare tanto sulla terra, ma il mio coach mi ha detto, 'Ok, dobbiamo migliorare sulle superfici veloci'
Quindi ho giocato tanti Futures nel 2015. 70% delle partite sul veloce. Ho investito sulla mia carriera". Sul prossimo match con Gael Monfils: "E' un atleta prima di essere un tennista. Salta e si muove in maniera pazzesca. Userò le mie armi perchè di solito non penso agli altri ma a me stesso, al mio servizio e al mio dritto".
Mai nessun italiano era andato così lontano a Flushing Meadows negli ultimi 42 anni: "Corrado Barazzutti è stato l'ultimo, raggiungendo la semifinale. E' il mio capitano in Davis e parliamo ogni giorno. Mi sento spesso anche con Adriano Panatta, che è stato il primo a dirmi, quando avevo appena 16 anni, che avrei servito a 220 chilometri orari.
Gli ho detto 'se lo dici tu, ci credo...' .". Il resto è una storia ancora tutta da scrivere...