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Secondo diversi addetti ai lavori, tra cui John McEnroe e Brad Gilbert, Aryna Sabalenka è una delle principali indiziate alla vittoria a Melbourne. La situazione della giovane bielorussa si è completamente ribaltata rispetto a dodici mesi fa, quando Sabalenka calcava per la prima volta il palcoscenico degli Australian Open da numero 66 del mondo.
Adesso, 55 posizioni e tre titoli WTA dopo (tutti peraltro conquistati a partire da agosto), Aryna sa di mettere paura a tutte. Il suo esordio è stato all’altezza delle aspettative: con un comodo 6-1 6-4, la bielorussa si è infatti sbarazzata della russa Anna Kalinskaya di fronte al pubblico (nutrito) del campo 3.
“C’era davvero una grande atmosfera, tanta gente a vedere, non me lo aspettavo proprio” ha dichiarato Sabalenka in un’intervista post match concessa ad ausopen.com. “Qualcuno gridava il mio nome.
Devo ammettere che ero davvero spaventata all’idea di tornare qui: l’anno scorso non piacevo per niente al pubblico perchè urlavo come una pazza in campo, penso di essermi un po’ calmata adesso. Sono così emozionata e felice di vivere questa atmosfera e di sentire il supporto della gente”.
La bielorussa è a dir poco ambiziosa: il suo obiettivo non è infatti semplicemente quello di vincere uno Slam, ma di fare il Grande Slam, ovvero vincerne quattro nello stesso anno: “Sembra una follia, ma tutti noi vogliamo farcela” ha detto Aryna.
La classe ’98 ha poi rivelato di non aver ricevuto grandi attenzioni in patria negli scorsi anni. “Nessuno credeva davvero in me in Bielorussia, fatta eccezione per il mio sponsor, il presidente della federazione e qualche coach”.
Riguardo invece alla collaborazione con Dmitry Tursunov, che si è aggiunto al suo team sette mesi fa, Sabalenka ha commentato: “Qualunque cosa Dmitry mi dica, lo ascolto sempre, anche quando sembra che non lo stia facendo”.
La bielorussa ha chiuso con una dichiarazione che la dice lunga sulla sua attitudine e sulla sua mentalità. “Quando vinco un titolo, la mia prima sensazione è di esaltazione per avercela fatta, ma quella immediatamente successiva è la consapevolezza di dover continuare a migliorare.
Mi sono già scordata del titolo, che però per tre secondi è qualcosa di incredibile”.
