Tennis non solista. D'altronde parliamo di uno che a sette anni faceva gare di gigante. Specialità in cui si era distinto al punto da diventare campione nazionale. Insomma: il nostro Jannik Sinner - nel corso di una chiacchierata con Gaia Piccardi - ha parlato di un rito di iniziazione decisamente importante.La patente. "Sono stato molto contento: guidare mi piace, è bello poter essere indipendente e non dover essere legato agli altri per spostarsi. Ho fatto l'esame vicino a casa, a Bressanone. Mi hanno chiesto le solite cose: parcheggio, partenza in salita, retromarcia ...
La teoria l'ho passata al secondo tentativo, ma ammetto che al primo non avevo studiato molto; la pratica invece è andata subito bene".
Sinner, tendenzialmente un appassionato di motori, ha parlato anche del rapporto con Formula 1 e Moto Gp.“Quando sono in giro non riesco ovviamente a seguire i gran premi, però conosco bene Daniel Ricciardo e Antonio Giovinazzi, due piloti appassionati di tennis. Con Antonio abbiamo fatto un accordo: lui mi insegna i trucchi del suo mestiere ed io del mio.
Ogni tanto a Montecarlo incontro Leclerc, anche lui è molto simpatico. Nelle moto invece tifo Valentino Rossi" ha spiegato al Corriere della Sera.
Sinner si prepara: e non pensa ai record
Parlando di Valentino, e soprattutto di record, il tennista azzurro (il più giovane della storia a vincere un titolo nel circuito maggiore) ha mantenuto un profilo basso.
“Di solito non ci faccio molto caso, i record da battere sono altri. Come i tredici titoli di Nadal al Roland Garros di Nadal oi venti Slam di Federer ”ha detto. Sinner, facendo un bilancio, si è ovviamente ritrovato a fissare gli obiettivi per la prossima stagione.
Rimanendo comunque con i piedi per terra, in ottica Finals. “Riuscire a giocare, covid permettendo, almeno sessanta partite in un anno. Ma l'importante è migliorare, so che ho ancora tanto margine ”. Sinner, che per il primo quarto di finale in carriera in un torneo dello Slam ha avuto Nadal sulla terra di Bois de Boulogne, non ha ancora affrontato Roger Federer e Novak Djokovic.
Chi affronterebbe prima? "Forse Roger perché è il mio idolo e perché ho paura che tra tre o quattro anni sarà andato" in pensione ", anche se sarebbe bello che non smettesse mai". Credito fotografico: Getty Images