Ci sono tornei che brillano di luce riflessa e tornei che brillano di luce propria. L’Australian Open la sua luce se l’è guadagnata negli anni. Sì, perché un torneo che - vuoi per una collocazione sfortunata nel calendario, vuoi perché l’Australia per molti è una trasferta impegnativa - per decenni è stato considerato il più debole tra i quattro Major, è ora a detta di molti uno dei tornei più amati dai giocatori.
Proprio per le motivazioni già citate, è lo Slam che storicamente ha sempre riservato più sorprese, e in un’edizione particolare come questa, che verrà ricordata come una delle più criticate di sempre, di certo i colpi di scena non mancheranno.
Cinque nomi da tenere d’occhio: Roberto Bautista Agut Uno degli avversari più scomodi del circuito, ancor di più se capita di doverlo affrontare nei primi tornei dell’anno, quando la condizione fisica è ancora precaria e il ritmo partita ci mette più del solito a ingranare.
Lui, al contrario, ci ha spesso abituato a ottime prestazioni nei primi tornei della stagione: un anno fa di questi tempi giocò un’ottima Atp Cup, riuscendo a chiudere la competizione da imbattuto; nel Gennaio 2019 trionfò a Doha (battendo in finale Djokovic) e arrivò fino ai quarti a Melbourne dove venne estromesso da una delle migliori versioni di Tsitsipas.
Per caratteristiche di gioco sul veloce outdoor si è sempre trovato bene e non è da sottovalutare la sua duttilità, dote che ben lo fa adattare a diverse tipologie di avversari: si può infatti dire che Bautista Agut sia un attaccante da fondo, ma anche che in alcune partite ha spesso dei numeri da contrattaccante, cioè quella tipologia che fa della solidità (non solo nei colpi, anche mentale) e della continuità la propria forza.
Per questo può risultare un avversario scomodo anche per i big server. Lo spagnolo è la classica testa di serie che non vuoi mai trovare nel tuo quarto e che affronti sapendo che se vuoi portare a casa il match, dovrai giocare un tennis pressoché perfetto.
Con un tabellone favorevole possiamo ritrovarcelo ancora una volta nei migliori otto del torneo, e se si dovessero verificare alcune sconfitte eccellenti nella sua parte di tabellone... chissà. Hubert Hurkacz Il 23enne polacco, che abbiamo visto all’opera alle Next Gen Atp Finals di Milano nel 2018, è uno dei giocatori più in forma del momento.
È sempre stato considerato un next gen di seconda fascia - a ragion veduta verrebbe da dire - dato che della sua annata fanno parte giocatori del calibro di Zverev e Rublev, ormai stabili in top ten. Il ragazzo pian piano è progredito nel ranking, e dopo una ripresa post Covid molto difficoltosa, dopo molti alti e bassi sembra aver ingranato la marcia giusta.
Lo ha confermato nel primo torneo dell’anno a Delray Beach, dove ha fatto suo il secondo titolo in carriera dopo Winston Salem 2019. Hurkacz è un altro di quelli che riesce a esprimersi su ottimi livelli già nelle primissime settimane dell’anno: oltre a Delray Beach 2021 aveva sorpreso tutti anche lo scorso anno nella prima edizione dell’Atp Cup quando rimontò un set a Schwartzman e Thiem e riuscì a battere agevolmente anche Coric.
Ottenne anche una semifinale ad Auckland la settimana successiva. Alto 196 cm, è il prototipo di giocatore moderno dotato di un ottimo servizio e di una notevole velocità di braccio che rende la sua palla molto pesante.
Sul veloce outdoor si esprime al meglio. Può sorprendere. Jannik Sinner Impossibile escluderlo da questa lista. Il parere unanime di molti addetti ai lavori è che sia un predestinato, ormai ogni torneo avrà i riflettori puntati addosso.
La sua crescita repentina non accenna ad arrestarsi, la ripresa post Covid ha inciso negativamente per molti suoi colleghi, ma non per lui. Nel finale della scorsa stagione ha ottenuto il primo titolo Atp a Sofia e il suo miglior piazzamento Slam con i quarti di Parigi, estromesso solo da Nadal.
Ha chiuso il 2020 da numero 37 Atp. Il suo allenatore Riccardo Piatti ha dichiarato che nella preparazione invernale si sono focalizzati sulla resa del suo servizio, la prima in particolare, forse il colpo che Sinner deve migliorare di più.
A meno di sorprese non dovrebbe essere testa di serie e questo lo renderà la vera patata bollente del sorteggio. Con Jannik non bisogna porsi limiti, la definitiva consacrazione potrebbe avvenire in un palcoscenico importante contro un big: perché non a Melbourne? Nick Kyrgios Con lui siamo ben oltre il genio e sregolatezza, siamo quasi alla follia.
Non gioca un match ufficiale da Febbraio dello scorso anno, dal torneo di Acapulco. È quindi fermo da quasi un anno a seguito della decisione di saltare in tronco tutti i tornei di fine 2020 per rimanere con la famiglia a casa sua, a Canberra.
Le ultime dichiarazioni lo ritraggono come un ragazzo che esce da una pausa di riflessione, molto cambiato e più motivato, ma con lui - si sa - c’è poco da star tranquilli. Già, perché ormai il personaggio e il livello di tennis che può arrivare ad esprimere lo conosciamo.
Ciò che non sappiamo è se la sua follia continuerà a essere l’elemento limitante della sua carriera, o se in qualche maniera riuscirà a prendere il meglio dal peggio di sé, per spiccare definitivamente quel volo che tutti aspettano da anni.
Proprio la sua follia è il motivo per cui lo mettiamo nelle possibili sorprese: nelle giuste condizioni psico-fisiche ha il tennis per battere tutti. Senza dimenticare che per lui è lo Slam di casa. Aryna Sabalenka La 22enne bielorussa è in una condizione straripante.
Ha finito la scorsa stagione con un crescendo spaventoso aggiudicandosi i tornei di Linz e Ostrava, e ha iniziato il 2021 alla stessa maniera portando a casa il terzo torneo consecutivo nel primo appuntamento dell’anno ad Abu Dhabi.
Quello che della Sabalenka ha impressionato di più è stato il livello tenuto per tutta la durata del torneo, in cui è riuscita ad avere continuità a dei ritmi elevatissimi riuscendo a dominare nei punti decisivi.
L’unica incognita in vista degli Australian Open è il suo rapporto non proprio eccelso con gli Slam, tornei in cui non è mai riuscita a sfruttare l’inerzia positiva derivante da vittorie in tornei precedenti ai Major. È arrivato il momento di invertire la rotta.