Se fossimo a fine 2021, come sarebbe il ranking di Sinner &co?



by   |  LETTURE 5337

Se fossimo a fine 2021, come sarebbe il ranking di Sinner &co?

Se con un grande sforzo di immaginazione ci proiettassimo in avanti di un anno, quale sarebbe il possibile scenario dei giocatori italiani? Dando per scontato che quella del 2021 possa essere una stagione con una parvenza di normalità, si potrebbero azzardare delle previsioni partendo da alcuni feedback che questo finale di stagione 2020 ci ha fornito.

Nemmeno a dirlo, il calendario stilato sarà decisivo e per alcuni potrebbe fare la differenza. Partendo dall’alto il primo italiano nel ranking è Matteo Berrettini che ha appena concluso una stagione deludente.

Come aveva dichiarato il suo preparatore mentale Stefano Massari, Matteo ha bisogno di tempo per metabolizzare il grosso salto che lo ha visto protagonista in tempi relativamente brevi, per questo motivo dopo mesi di assestamento lo aspettiamo nuovamente sui livelli che lo hanno portato in top ten.

Ciò non vuol dire che non possano capitargli altri periodi di difficoltà, ma sia per la tipologia di tennis che esprime, ma soprattutto per la grande forza mentale che ha, Berrettini è un giocatore che può rimanere in top ten stabilmente.

Se abbia già toccato il suo apice in quanto a livello di gioco è difficile dirlo, ma considerando l’età media dei migliori tennisti possiamo sbilanciarci nel dire che probabilmente non è cosi e che quindi tra un anno lo troveremo ancora nei piani alti del ranking.

Dopo di lui c’è Fabio Fognini che tra Covid e operazione alle caviglie, nell’anno appena concluso ha vinto davvero poche partite. Dopo aver cambiato sia allenatore che preparatore, Fabio sembra aver ritrovato nuovi stimoli per la stagione in arrivo, ma alcuni dubbi restano.

L’età anagrafica, la tenuta fisica e il tanto tempo lontano dalla famiglia potrebbero essere elementi sempre più incidenti sulle prestazioni di un atleta che, come Fabio, ha sempre dimostrato di avere nelle tenuta mentale uno dei suoi punti deboli.

Difficile ritrovarlo tra un anno ancora in top 20. Andando avanti c’è Lorenzo Sonego. Tra i nostri top player è quello di cui sentiamo parlare meno di tutti, ma intanto zitto zitto ha concluso il suo 2020 ottenendo il best ranking di 32 ATP con un crescendo che è culminato con l’exploit al torneo di Vienna dove tra gli altri si è portato a casa lo scalpo del numero uno del mondo Novak Djokovic.

Il suo vantaggio è che può giocare bene su tutte le superfici, può quindi crescere ancora anche se i suoi margini di miglioramento sembrano meno ampi di quelli di Berrettini, vederlo nella top 25 ATP sarà improbabile ma non impossibile.

Il più atteso di tutti

Appena quattro posizioni più giù troviamo Jannik Sinner, sicuramente il più atteso di tutti. Su di lui si sono già espressi in molti addetti ai lavori e il parere unanime è che sia un predestinato.

La sua crescita repentina non accenna ad arrestarsi, in questo finale di stagione è arrivato il primo quarto di finale slam a Parigi e il primo titolo ATP a Sofia. Le aspettative su di lui sono altissime ma Jannik ha già dimostrato di non patire la pressione.

Sicuramente lo troveremo in una posizione di classifica migliore di quella attuale, ma su quanto migliorerà è difficile sbilanciarsi. Sicuramente fino ad ora Sinner ci ha abituati troppo bene, ma noi non ci accontentiamo di certo.

Anche Travaglia e Caruso iniziano il 2021 con molte aspettative. Per loro si può fare un pò lo stesso discorso, dal momento che anche avendo un anno di differenza hanno avuto percorsi simili. Avendo passato la maggior parte della carriera a farsi le ossa nel circuito challenger, ora che entrambi hanno un ranking che permette loro di prendere parte ai tornei ATP 250, tutto sta nel trovare continuità giocando molti match in questa nuova dimensione.

Soprattuto Travaglia, che in questo finale di stagione ha battuto gente del calibro di Coric, Fritz e Nishikori, ha i colpi per poter salire ulteriormente, oltretutto è seguito da Simone Vagnozzi che ha già dimostrato con Cecchinato di sapere come far fare il salto di qualità.

Da entrambi loro ci aspettiamo ulteriori progressi. Discorso a parte invece va fatto per Marco Cecchinato, che dopo un 2019 da incubo, da quando è tornato a lavorare con Massimo Sartori sembra aver ritrovato quella serenità che gli ha permesso di tornare a livelli sufficienti per riprendersi quella top 100 che aveva perso da mesi.

I tornei italiani gli hanno restituito consapevolezza, e soprattutto dopo l’ATP in Sardegna sembra aver ritrovato quegli schemi che gli hanno consentito di vincere moltissimi match nel 2018. Per lui il 2021 potrebbe essere l’anno della rinascita, se ritrova il suo tennis nella top 50 ci può tornare tranquillamente.

Per finire una piccola citazione la merita Lorenzo Musetti. Lui, classe 2002, dopo Sinner è il nostro (e non solo il nostro) prospetto più interessante. Il suo percorso ricorda quello di Jannik con un anno di ritardo.

Abituatosi velocemente alla dimensione challenger, ha stupito subito anche nel circuito maggiore. Dopo la pausa Covid però, ha letteralmente cambiato marcia e dopo l’exploit di Roma, la vittoria del challenger di Forlì e la semifinale al Sardinia Open è arrivato a ridosso della centoventesima posizione del ranking.

Come per Sinner, anche qui il miglioramento è quasi certo, tutto sta a vedere quanto grande sarà il salto per Lorenzo. Quello del tennis italiano maschile si conferma comunque uno dei movimenti più in salute e più in crescita nel panorama mondiale.