Kyrgios, Thiem, Shapovalov. I “nuovi diritti” e l’evoluzione del modello
by CARLO PIAGGIO | LETTURE 5746
Quando si parla di evoluzione in merito al cambiamento che il tennis ha subìto negli ultimi anni, lo si fa spesso in riferimento alla parte fisica, più specificamente riguardo l’aspetto atletico dei giocatori che ha molto inciso sulla forza applicata e di conseguenza sulla velocità di gioco.
In realtà questo cambiamento riguarda un’area molto più vasta, che di certo comprende anche la parte tecnica. Parlando dei colpi intesi come singole abilità, si può tranquillamente dire che non sono stati risparmiati da questo processo.
Andando più nello specifico, se si comparassero i modelli del diritto dei primi anni duemila a quello di alcuni Next Gen, si noterebbe che il modello ha subìto un’evoluzione. Certo è che in questo hanno contribuito sicuramente le innovazioni apportate negli ultimi anni sia per quanto riguarda le accordature sia riguardo gli attrezzi, che con l’utilizzo di nuovi materiali hanno apportato maggiore velocità e quindi un ulteriore aumento della potenza applicata alla pallina.
Gli elementi che tra gli altri sono stati più coinvolti in questa evoluzione sono principalmente tre: le impugnature, la fase di preparazione e la stance dei piedi. Il primo punto da affrontare è senza dubbio l’impugnatura, partendo però dal presupposto che l’efficacia di un buon diritto non è determinata da questo parametro, ma dalla qualità dell’impatto, nonchè dal tempo sulla palla.
Nel passato la presa più utilizzata era la continental, poi è diventata la eastern, mentre a giorno d’oggi quella più diffusa è la semi-western. Quest’ultima e la full western sono le cosiddette impugnature moderne ovvero quelle più aperte, molto utilizzate a giorno d’oggi dal momento che rendono più facile impattare la pallina sui piani alti, cosa molto importante nel tennis moderno in cui sono molto esasperate le rotazioni.
La continental e la eastern erano più utilizzate nel passato in quanto più facili da utilizzare con traiettorie più lineari. Oggi la presa più utilizzata in top 100 è la semi-western, come quella che utilizza l’attuale numero uno del mondo Djokovic.
Probabilmente è la più prestativa tra tutte le impugnature in quanto è una giusta via di mezzo tra il vecchio e il nuovo e permette di gestire bene tutte le fasi di gioco. Come sempre però ci sono delle eccezioni: diritti di giocatori che utilizzano altre prese riescono comunque a risultare devastanti.
Impossibile non citare Roger Federer con la sua eastern di altri tempi, o Rafael Nadal con la sua via di mezzo tra semi-western e full western.
La fase di preparazione e la stance
Anche nella fase di preparazione possiamo evincere dei cambiamenti evidenti.
Se nel passato erano molto ricorrenti aperture lineari, col passare degli anni, al fine di reclutare più forza, si è passato prima ad una semi-circolarità, poi ad una circolarità completa. Ma la particolarità di alcuni diritti di ultima generazione sta proprio nell’arretramento dell’attrezzo: alcuni giocatori delle nuove generazioni durante la prima fase del backswing arretrano la racchetta mantenendo la parte superiore dell’attrezzo in posizione avanzata rispetto alla parte inferiore.
Ma quali sono i vantaggi? Con questo tipo di preparazione c’è maggiore spazio di movimento del gomito e ciò facilita il reclutamento di energia elastica nei muscoli dell’arto dominante. Inoltre con questo tipo di apertura è possibile aumentare i tempi di applicazione della forza ed avere quindi dei benefici in fase di accelerazione.
Esempi calzanti di questi “nuovi diritti” sono Kyrgios, Thiem, Kokkinakis e anche Denis Shapovalov. Sulla stance il discorso è molto meno complesso. Le due stance principali sono la neutral (con i piedi affiancati), e la open (posizione aperta).
Negli anni passati la maggior parte dei colpi era eseguito in neutral stance utilizzando la transizione dietro-avanti, ovvero lo spostamento del peso del corpo dalla gamba posteriore a quella anteriore, determinando una maggiore spinta lineare.
Nel tennis moderno a causa dell’aumento vertiginoso della velocità del gioco è sempre più difficile poter utilizzare questo posizionamento per mancanza di tempo, per questo motivo la maggior parte dei giocatori oggi colpisce in open stance sfruttando maggiormente l’azione del tronco.
Sia chiaro, quelle che abbiamo analizzato sono delle tendenze, ciò non significa che debbano essere prese come verità assolute, sia perché come in tutti gli aspetti ci sono delle eccezioni che confermano le regole, ma soprattutto perché non sono gli elementi analizzati presi singolarmente a determinare un ottimo diritto.
Come detto in precedenza la vera discriminante è il timing, il vero elemento che fa la differenza. Quindi non è affatto escluso vedere futuri talenti emergenti avere un tennis più “tradizionale” ed ottenere comunque delle prestazioni di alto livello.