La risposta al servizio: nel tennis moderno conta ormai come la battuta
by CARLO PIAGGIO | LETTURE 5745
L’evoluzione che il tennis ha subìto nell’ultimo decennio ha reso i colpi di inizio scambio sempre più importanti. Molti asseriscono che è già sbagliato dire “colpi di inizio scambio” perché nel tennis moderno sia il servizio che la risposta al servizio vanno interpretati come colpi di chiusura.
Ovvio che dovendo scegliere solamente una delle due abilità, rispetto a un’ottima ribattuta è molto più proficuo avere un ottimo servizio dal momento che è l’unico vero colpo che parte da una situazione chiusa e che permette di avere il punto senza giocarlo.
Ma non va sottovalutata l’importanza che la ribattuta ha incrementato sempre di più nel tennis moderno, e questo è testimoniato anche dal fatto che nella top ten odierna sono presenti i migliori ribattitori, più dei migliori battitori.
La tipologia di risposta viene definita in linea di massima dalla qualità del servizio che arriva dall’altra parte della rete: su una prima potente e ben piazzata vedremo quasi sempre una risposta difensiva, invece sulla maggior parte delle seconde di servizio i giocatori aggrediscono il gioco fin da subito per prendere l’iniziativa.
Questo vale per la maggioranza, ma non per tutti. Gli specialisti di questa abilità riescono a trasformare quelle che per molti sarebbero ribattute difensive in offensive, riuscendo anche a trovare con incredibile capacità di reazione e super esplosività delle traiettorie straordinarie.
Cercando degli esempi concreti, quello che meglio rende l’idea è senza dubbio Novak Djokovic. Ma quali sono le caratteristiche di una risposta di alto livello? Cerchiamo di approfondire gli aspetti più importanti di questa abilità.
Posizione di partenza, impugnatura e split step
Considerando che il tempo medio che intercorre tra l’impatto del servizio e la risposta è mediamente inferiore al secondo, uno degli aspetti più importanti da associare a questo colpo è l’anticipazione motoria, ovvero quella capacità che permette di prevedere ed anticipare una precisa azione predisponendosi subito mentalmente e fisicamente.
Il livello di anticipazione motoria può incidere sulla profondità della posizione da assumere, che ovviamente sarà molto condizionata dall’abilità dell’avversario nel produrre determinate velocità e angolazioni alla battuta.
La maggior parte dei tennisti assume una posizione di partenza con una postura del corpo molto più bassa rispetto alle altre fasi di gioco e con un’accentuata ampiezza della base d’appoggio al fine di garantire un’esecuzione più dinamica dello split step.
Una particolarità è che non tutti i giocatori assumono una posizione simmetrica dei piedi (es. Nishikori) e questo è legato molto spesso alla scelta tattica di effettuare un passo d’avanzamento che precede lo step.
Il discorso sull’impugnatura è quello più soggettivo e che varia da giocatore a giocatore. In sintesi possiamo dire che la maggior parte dei professionisti utilizza un grip neutro per non dover poi fare troppi aggiustamenti in fase di preparazione, ma non sono pochi quelli che assumono direttamente la presa del diritto, soprattutto chi gioca il rovescio bimane con presa continental della mano inferiore.
La distanza dalla riga che si assume in partenza riflette la tipologia di giocatore, ma è influenzata soprattutto dalla superficie di gioco, che incide sia sui tempi che sull’altezza del rimbalzo. Si noti bene come la cosa che accomuna i migliori ribattitori sia una fisicità non esageratamente possente, questo perché insieme a tutte le caratteristiche elencate in precedenza, alla base di una risposta di alto livello c’è un ottima tecnica nell’esecuzione dello split step, cioè quell’abilità che va sincronizzata con il lancio dell'avversario e che consente di accumulare energia elastica dal terreno aumentando la velocità di spostamento in direzione della palla.
Tale abilità richiede una grande esplosività e una velocità non indifferente, elementi non proprio comuni in giocatori molto strutturati fisicamente. Se andassimo a fare una lista dei migliori di questa specialità sia attuali che del passato, verrebbero fuori dei pesi “medi”: Djokovic, Murray (pre-infortunio), Nishikori, Nadal, ma anche Agassi, Hewitt, o anche David Ferrer.
Tutti giocatori rapidi, esplosivi, con eccellente timing sulla palla, non esattamente potenti. In conclusione possiamo dire che più la velocità del gioco andrà aumentando più la risposta al servizio diventerà fondamentale, anche e soprattutto per i grandi battitori.