Sicuramente il 2020 di Fabio Fognini dal punto di vista tennistico è stato molto sfortunato. Levando il discreto torneo giocato a Melbourne, la prima parte della stagione di Fabio aveva avuto molte più ombre che luci con diverse sconfitte al primo turno.
Poi il lockdown, la lungimirante decisione di risolvere una volta per tutte i problemi alle caviglie che lo tormentavano da tempo, e adesso il difficile rientro alle competizioni. Inutile dire che per Fognini la ripresa è stata ancor più dura rispetto ai colleghi, pochi pensavano che Fabio si sarebbe espresso fin da subito su buoni livelli dopo oltre sei mesi di inattività, ma ciò che abbiamo visto in questo finale di stagione ci permette di provare a fare delle previsioni di quello che potrebbe essere il prossimo anno.
Le difficoltà al rientro
La prima partita ufficiale dopo l’infortunio è scivolata senza via senza pretese: come era prevedibile, nella sonora sconfitta al primo turno del torneo di Kitzbuhel con il numero 303 ATP Huesler, abbiamo visto un Fognini completamente fuori palla, molto falloso e con una certa (e comprensibile) paura nello spostarsi in mezzo al campo, aspetto che in genere è uno dei suoi punti di forza.
Dal torneo di Roma, però, qualcosa si è mosso. Nel match contro Ugo Humbert, Fabio, seppur molto discontinuo, ha espresso a tratti un buon tennis ed è sembrato in migliori condizioni dal punto di vista fisico.
Nonostante la sconfitta che è arrivata per la mancanza del ritmo partita e della gestione dei momenti importanti, non ha sfigurato come accaduto nel torneo precedente. Non a caso la settimana successiva ad Amburgo ha ritrovato la vittoria contro il veterano Philipp Kohlschreiber, prevalendo per 75 al terzo, confermando i miglioramenti visti a Roma.
La sconfitta al turno successivo contro Ruud, nettamente più in fiducia, era abbastanza annunciata. Anche al Roland Garros nella partita persa con Kukushkin non è stato tutto da buttare: prima dell’infortunio nel tie break del terzo set, Fognini, sempre con gli alti e bassi che lo contraddistinguono a prescindere dall’infortunio, ha mostrato una buona tenuta e una discreta intensità.
Sia chiaro, siamo ben lontani dalla versione migliore di Fabio capace di vincere a Montecarlo, però questi risultati fanno presagire che continuerà a migliorare match dopo match e che, infortuni permettendo, non è utopia aspettarsi un “Fogna” su buoni livelli a Melbourne a inizio 2021.
Adesso il ligure giocherà verosimilmente almeno un altro torneo, probabilmente in Sardegna, prima di terminare la stagione. I fattori che intervengono in una fase delicata come la ripresa da un infortunio sono diversi e talvolta imprevedibili, ancor di più in un’annata come questa.
Alcuni sono tornati sui propri livelli in un tempo relativamente veloce, altri non ci sono mai riusciti, altri ancora ci hanno messo degli anni. Previsioni è impossibile farne. Quello che sappiamo è che il talento non si perde, e che certi soggetti sono più facilitati di altri nel metabolizzare lunghe pause.
Fabio, per esempio, fa parte di questa categoria. L'azzurro ha più volte detto che il ritiro non è imminente, anche se la mancanza del contesto familiare col passare degli anni si fa sentire sempre di più. Vedremo settimana dopo settimana il campo cosa ci dirà.
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