Non solo tennisti, ma anche cantanti: ecco i primi singoli di Yastremska e Moutet
by RICCARDO BISTI | LETTURE 4243
C'è sempre stato un legame speciale tra musica e tennisti. D'altra parte, fino a qualche anno fa bastava menzionare Yannick Noah a qualsiasi giovane francese. Vi avrebber risposto: “Noah chi? Il cantante?”. Nella sua infinita carriera, il neo 60enne Yannick ha avuto successo anche come musicista, facendosi conoscere dai giovani per la sua voce vellutata, e non certo per gli antichi successi sulla terra del Roland Garros. Ma non è stato l'unico: si ricorda la band messa su dai gemelli Bryan o, di recente, le melodie della chitarra di Vasek Pospisil. Anni fa, persino John McEnroe ci dava dentro con la chitarra elettrica. Dopo averlo ascoltato, gli suggerirono di tornare a maneggiare la racchetta da tennis. Oggi l'argomento torna d'attualità: non crediamo che Dayana Yastremska e Corentin Moutet abbiano intenzione di lanciarsi nel mercato discografico, ma è certamente curioso che abbiano lanciato i loro primi singoli a pochissimi giorni di distanza. Una divertente casualità, nata da stimoli diversi. Lo scorso 12 maggio, Youtube (e tutte le piattaforme di download) ha accolto “Thousand of Me”, brano pop cantato da una sorprendente Yastremska. La 20enne di Odessa, numero 25 WTA, è considerata tra le possibili stelle del circuito. Da qualche mese si fa allenare dall'ambizioso Sasha Bajin: intervistato prima dell'Australian Open, sosteneva che non avrebbe firmato per un piazzamento nei quarti. È finita che Dayana ha bruciato mille occasioni contro la Wozniacki, in quella che è stata l'ultima vittoria della danese. Con il lockdown, “Dayasha” (come ama farci chiamare) ha intensificato la sua già vivace attività social. Ragazza molto attraente, ha compreso l'importanza dell'immagine: per questo, non sorprendono gli scatti sexy pubblicati sul suo profilo Instagram, alcuni particolarmente audaci con costume da bagno. Poi, a sorpresa, ecco il lancio di “Thousand of Me”, canzone che parla di un amore finito, a cui si accompagna la speranza di un futuro migliore. Senza entrare nel merito della canzone, l'ucraina ha descritto così il suo esordio nella musica.
“A volte pensiamo che non supereremo mai il limite dell'ignoto. Crediamo di non avere capacità. forza o il sostegno di chi ci sta vicino. Molti continuano a vivere dentro la loro conchiglia, senza mai riconoscere pienamente i loro talenti nascosti. Prima pensavo che cantare non facesse per me, ma oggi sto festeggiando la nascita di una nuova me. Sogna e credi nei tuoi punti di forza”. E poi via con i ringraziamenti a chi l'ha accompagnata in questo progetto. Detto che la Yastremska “cantante” si presenta con lo pseudonimo “D.Y.”, non resta che attendere come si svilupperà la sua carriera parallela. La storia ci insegna come le distrazioni extra-tennistiche possano essere pericolose per una giovane giocatrice, specie se molto avvenente. Il caso di Anna Kournikova è emblematico, l'ultimo ha riguardato Sofia Zhuk. Nel caso della Yastremska, chi la gestisce dovrà essere bravo a mantenere il giusto equilibrio. La buona notizia è che il ricavato di questa canzone andrà interamente in beneficenza. La Yastremska è molto sensibile all'argomento da quando la madre fu operata d'urgenza per non perdere un occhio dopo un evento accidentale durante l'Australian Open 2019 (intervento organizzato da Stefan Gurov, manager della Svitolina, e pagato da Craig Tiley, direttore del torneo). “Accompagnando mia madre all'ospedale, ho visto tanti bambini che non potevano vedere, allora mi sono detta che avrei dovuto fare qualcosa per loro” racconta la Yastremska, che ha creato una fondazione benefica a suo nome. Soltanto il tempo ci dirà se vorrà intraprendere una nuova carriera e, soprattutto, se saprà gestire il tutto.
Corentin Moutet: musica come psicanalisi
Non ha questi problemi Corentin Moutet, la cui popolarità è inferiore e ha il vantaggio-svantaggio di essere un uomo. Grande appassionato di musica, il 21enne francese aveva già mostrato le sue qualità con il pianoforte, ma è andato oltre. “Petit Frere” (piccolo fratello) non è il suo primo componimento, ma è la prima canzone che ha deciso di commercializzare. A differenza dell'ucraina, ha scelto il genere rap. La canzone si rivolge al fratello minore “Ed è dedicata a tutti i fratelli maggiori che spesso vorrebbero trovare le parole giuste” ha scritto Moutet sui suoi account social. Il legame tra Moutet e la musica è quasi spirituale: ne aveva parlato un mese fa, in occasione di un'intervista con L'Equipe. Vive la musica come una sorta di psicanalisi. Una passione che in periodo di stop forzato ha scelto di mostrare al pubblico. Durante il mese di marzo, ha scritto una canzone al giorno per una settimana. “Ho realizzato il primo componimento in aereo, mentre tornavo da Indian Wells – ha detto – mi sono ispirato alla rapper francese Diam's, in particolare alla canzone “Ecorchee vive”. Poi ho scritto un pezzo al giorno e sono andato avanti, nonostante la normale diffidenza per un tennista che si impegna in fare altro. La musica è un bel modo per dire cose che non sono facili da esprimere. Mi piace raccontare quello che succede attorno a me. E la musica permette di abbattere le barriere linguistiche. Quando sono impegnato a un torneo, le giornate sono molto lunghe. Quindi ho pensato di fare qualcosa di diverso”. Se dietro l'iniziativa della Yastremska sembra esserci un piano di marketing, quella di Moutet è più genuina, “fatta in casa”.
Per intenderci, svolge buona parte del lavoro a casa e – nei primi giorni – non era soddisfatto perché non riusciva a mixare bene le tracce. “Ma se devo fare qualcosa in modo più professionale, vado in sala di registrazione”. Moutet non era sicuro di diffondere le sue opere, per un paio di motivi. Il primissimo pezzo andato online, “Ecorche Vif” “Parlava molto delle mie emozioni, quindi non ero sicuro sul da farsi. E poi non sapevo come sarebbe stato preso il tutto dal mondo del tennis, perché la musica è qualcosa di diverso, potevano suggerirmi di dedicarmi solo alla racchetta. Invece ho avuto buoni riscontri e buoni risultati”. Al punto che “Petit Frere” è finito nei principali store online. Moutet sembra decisamente a suo agio col microfono, anche se il genere di musica è ben diverso rispetto a quello di Yannick Noah. Chi non ama il rap, faticherà a digerire il sound. Poco importa: c'è da credere che Corentin si rivolga a ben altro tipo di pubblico.