Grazie a un curioso omaggio del destino, la Svizzera ha avuto la fortuna di mettere al mondo diversi fuoriclasse. Su tutti, naturalmente, Roger Federer. Ma non solo campioni sul campo: dalla sua residenza a Grandson, sulle rive del Lago di Neuchatel, Fabrice Sbarro è un buona posizione per diventare un guru di numeri e statistiche applicate al tennis. Ex giocatore di club, oggi allenatore, aveva (e porta avanti ancora oggi) il sogno di diventare un coach di alto livello. “Però non sono stato un giocatore professionista - ha detto - allora mi è sembrato doveroso distinguermi proponendo qualcosa di diverso”. Quel “qualcosa” è l'analisi matematica del gioco. Numeri, statistiche, analisi di precisione certosina. La sua raccolta dati è iniziata nel 2007 e sta per raggiungere il milione di punti analizzati (!). Già, perché Sbarro trascorre giornate a guardare partite di tennis e analizzare ogni singolo punto, infilandolo in un database sempre più ricco. Non solo i top-100 attuali, ma anche alcuni grandi nomi del passato. Nel corso della sua attività ha anche pubblicato un libro e lavora a mano, in modo artigianale, producendo i dati e interpretandoli, forte delle sue competenze tecniche. “L'interpretazione è ciò che mi interessa. Le statistiche, in sé, sono prive di valore. Ciò che conta è cosa ne fai”. Tanti anni di lavoro gli hanno garantito una bella opportunità: lavorare con un giocatore di primo piano come Daniil Medvedev. Non è il primo a proporre un lavoro di questo tipo: è molto noto l'americano Craig O'Shannessy, che ha collaborato con Novak Djokovic ed è entrato nell'orbita nostrana lavorando con Matteo Berrettini e fornendo consulenze anche alla federazione italiana. Lo scorso anno, su invito di Etienne Laforgue (coach di Gilles Simon), l'entusiasta Sbarro ha potuto recarsi a Montreal per la Rogers Cup, e ha potuto presentare il suo lavoro (archiviato sul sito Tennis Profiler) a Gilles Cervara, coach del russo. “Abbiamo preparato insieme il match di primo turno contro Kyle Edmund: il mio approccio gli è piaciuto e ha funzionato. E così abbiamo continuato per tutta l'estate, fino a Bercy”. Inutile ricordare i risultati del russo, che per poco non trionfava allo Us Open e si è aggiudicato i suoi primi Masters 1000 a Cincinnati e Shanghai. La voce si è diffusa nello spogliatoio, così nel 2020 ha iniziato a lavorare con Nicolas Mahut, che a 38 anni non ha ancora intenzione di mollare. Adesso è tutto fermo, ma il progetto ripartirà. Già soprannominato “statisti-coach”, Sbarro è convinto che le statistiche avranno un ruolo sempre più importante nel mondo del tennis. Intervistato dalla versione francese di Eurosport, ha rivelato alcune delle sue analisi, che permettono di arrivare a conclusioni inattese. Vale la pena osservarle.
NADAL RISPONDE MEGLIO DI ROVESCIO
Su un campione di 8.213 punti, è emerso che lo spagnolo raccoglie il 36,2% quando l'avversario gli serve la prima palla sul rovescio. Al contrario, quando sparano sul dritto, ne raccoglie il 29,3%. Eppure, gli avversari hanno la tendenza a servirgli di più sul rovescio (avviene nel 57% dei casi). In sintesi, credono che lo spagnolo risponda meglio con il dritto. I numeri sostengono l'esatto opposto.
SICURI CHE SPEZZARE IL RITMO SIA UTILE?
Roger Federer porta a casa il 49,1% dei punti quando gioca un rovescio in slice definito “non difensivo”, ovvero giocato con l'obiettivo di togliere il rimo all'avversario (in questo caso, il campione è di 540 punti). Il dato porta a due conclusioni: questa strategia, teorizzata da diversi coach, non è così efficace perché anche un fenomeno come Federer ne ricava meno di un punto su due, togliendo valore ad analisi come questa. Va detto che Federer è comunque il migliore nell'utilizzo del rovescio in slice, perché la media generale è del 43,9% di punti vinti. Insomma, non sempre “la variazione di ritmo” è una scelta efficace. Anzi, lo è in meno della metà dei casi.
IL COLPO PIÙ EFFICACE DI DJOKOVIC È IL DRITTO
Sul piano stilistico, il rovescio di Novak Djokovic rasenta la perfezione. Universalmente, è considerato il suo colpo migliore. Prendendo spunto da uno studio di 25.500 punti, Sbarro ha scoperto che la realtà è ben diversa. Calcolando la differenza tra punti guadagnati con il dritto e gli errori gratuiti commessi con il solito colpo, il serbo ha un notevole vantaggio rispetto agli avversari (944). Sullo stesso numero di punti, con il rovescio ha un bilancio di “appena” 593. Si continua a pensare che giochi meglio con il rovescio, ma la differenza arriva con l'altro fondamentale.
IL SERVIZIO DI MOUTET E BUBLIK
Tra i top-100, la seconda di servizio meno sicura è quella del kazako, seguito a ruota dal francese. Ogni volta che è costretto a giocare la seconda, Bublik commette doppio fallo nel 18,1% dei casi, mentre il giovane francese si limita al 16,4%. In altre parole, ne sbagliano una ogni 5-6 giocate. Forse consapevole della sua debolezza con la seconda, Moutet è molto attento a tenere in campo la prima palla (guida la classifica con un buon 70,2%), che però gli garantisce pochissimi punti: si trasforma in un ace o un servizio vincente in appena l'11,2% dei casi. Soltanto la prima di servizio di Diego Schwartzman è meno performante della sua. Questi numeri sembrano scoraggiare le previsioni di un Moutet futuro campione. O meglio, deve mantenere percentuali elevatissime di efficacia nello scambio da fondocampo. Si può consolare con la prima posizione nella classifica dei punti vinti con il dritto giocato “di tocco” (smorzate, controsmorzate e pallonetti).
I BALUARDI DEL ROVESCIO
Tra gli attuali top-100 ATP, soltanto cinque giocatori portano a casa più punti con il rovescio rispetto al dritto. Come evidenzia il caso Djokovic, con il dritto si tira più forte e dunque anche chi possiede un rovescio eccezionale tende a cercare più punti dal lato dominante. Chi sono i cinque ad andare controcorrente? Mikael Ymer, Kamil Majchrzak, Antoine Hoang (quello con la la più evidente preponderanza del rovescio), Benoit Paire e Richard Gasquet. Quest'ultimo è l'unico a tirare il rovescio a una mano. Alle spalle di Gasquet, il secondo rovescio a una mano più efficace è quello di Stan Wawrinka. Tuttavia, lo svizzero raccoglie ancora più punti con il dritto. Più in generale, lo studio di Sbarro evidenzia una cruda realtà: il rovescio a due mani è più efficace rispetto al gesto tradizionale.
MONFILS, ALTRO CHE MARATONETA
Gael Monfils adotta un tennis muscolare, atletico, basato sui lunghi scambi da fondocampo. Tuttavia, i numeri certificano che è più efficace quando deve colpire la palla al massimo due volte. Ogni volte che deve tirare tre o più colpi in un singolo punto, il francese è efficace nel 50% dei casi (su uno studio di 11.354 punti). La percentuale di efficacia si alza quando deve colpire soltanto una o due volte la palla: ne porta a casa il 55,4%, sesto in assoluto. In questo, Gael è aiutato dall'efficacia al servizio: non solo ha una buonissima percentuale di ace-servizi vincenti sul totale dei colpi giocati (38,8%), ma è anche tra quelli che incassano meno: ogni volta che è in risposta, soltanto nel 28,5% dei casi subisce un ace o un servizio vincente.
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