Lo scorso giugno, Magda Linette era precipitata al numero 96 WTA. Nove mesi è il tempo di una gravidanza: per la graziosa polacca ci sarà tempo per mettere su famiglia, intanto li ha utilizzati per vincere i suoi primi titoli WTA (Bronx e Hua Hin), fino ad accomodarsi su una ben più comoda 33esima poltrona (oggi è n.36).
Connazionale di Agnieszka Radwanska, difficilmente la vedremo in finale a Wimbledon. Anzi, è probabile che la rampante Iga Swiatek vinca più di lei. Tuttavia, al recente torneo di Hua Hin (uno degli ultimi prima che il coronavirus bloccasse tutto) ha giocato il punto più spettacolare del mese, un dritto super angolato a chiudere il primo set contro Shuai Peng.
Per una volta, insomma, ha esplorato territori familiari alla Radwanska e alla stessa Swiatek (che ha vinto il premio per la giocata più spettacolare del 2019). “Non so proprio come sia riuscita a giocare quel colpo!” ride la Linette.
Un paio d'anni fa ha affrontato una crisi di mezza età tennistica, risolta con la decisione di assumere il britannico Mark Gellard. “Aveva idee fantastiche, inoltre abbiamo un carattere simile – dice la Linette – non siamo persone troppo positive, abbiamo bisogno di tempo per aprirci, ma abbiamo una mente molto razionale e ci piacciono i numeri”.
Prima di ogni match, Magda studia con attenzione le statistiche di ogni avversaria. Difficile contraddire i numeri. “Se mi viene detto qualcosa, vorrei dati concreti a supporto – dice la polacca – Mark ha capito che mi fido di lui, ma se vedo i numeri sono più tranquilla e posso lavorare meglio”.
Nella sua carriera, come nella sua vita, la Linette ha sempre avuto bisogno di tempo. Ogni traguardo è arrivato lentamente, frutto di lavoro e pazienza. Basti pensare che è entrata tra le top-100 nell'aprile 2015, ma ha avuto bisogno di quasi cinque anni per fare lo step verso le top-50.
In mezzo, tanti alti e bassi. Ancora prima, una decisione pressoché unica per una giocatrice europea: stabilirsi in Cina. Cresciuta all'ombra delle sorelle Radwanska e senza aiuti, nel 2014 si è spostata a Guangzhou insieme all'ex coach Izudin “Izo” Zunic (che oggi è il suo fidanzato).
“Abbiamo iniziato a lavorare nel 2013 e mi ha portato dal n.290 al n.55 WTA, facendo molti sacrifici. A certi livelli non si guadagna molto, quindi non ero sempre in grado di pagarlo. I suoi sforzi sono stati fondamentali: senza Izo, non so se ce l'avrei fatta.
E senza di lui non so se avrei conosciuto un grande coach come Mark”. La relazione Linette-Zunic si è complicata nel 2018, quando hanno iniziato a frequentarsi anche fuori dal campo. Dopo la luna di miele emotiva, si sono fermati e hanno stabilito che i due ruoli non era compatibili.
O fidanzati, o tecnico e giocatrice: hanno scelto la prima via. Zunic ha avuto il merito di fare un passo indietro e individuare Mark Gellard come sostituto. “Izo temeva che il tennis potesse mettere fine alla nostra relazione: se siamo qui, è merito del suo coraggio nel fare un passo indietro – racconta la Linette – adesso ho trovato la pace: sono felice fuori dal campo e posso ascoltare Mark, seguire i suoi consigli e concentrarmi sul tennis”.
Zunic è sempre lì, a suo agio nel ruolo di motivatore, volto sorridente nei momenti difficili. “Riesce sempre a trovare il lato positivo delle cose”. Linette e Gellard si conoscono da tempo, da quando la polacca e il suo futuro compagno si sono trasfeiriti presso la Star Academy di Guangzhou.
Ma come è possibile che un tennista occidentale scelga di allenarsi in Cina? Sul punto, la Linette è chiara: “In quel periodo c'erano alcuni tornei in Cina, ero a corto di soldi e non sapevo dove andare – racconta – loro sono stati generosi, accogliendomi e offrendomi buone condizioni.
Mi sono fermata un paio di settimane, poi ho deciso di tornarci per la preparazione invernale”. Le compagne di allenamento erano di ottimo livello: Shuai Peng, Saisai Zheng e Zarina Diyas. All'inizio non è stato facile adattarsi una realtà così diversa, lontana dalle comodità di casa.
Tuttavia, c'era un lato positivo: poteva concentrarsi esclusivamente sul tennis. “A casa hai mille distrazioni e cose da fare, mentre in Cina non avevo pensieri: dovevo soltanto scendere in campo. Col tempo, ho trovato la mia strada anche lì: adesso conosco le persone, so dove andare, a chi rivolgermi, come trascorrere il mio tempo.
Inoltre ci siamo stabiliti in un hotel a cinque stelle, quindi anche il cibo è fantastico!”. Una scelta da favola, che l'ha portata a scoprire nuove passioni. Tra queste, il karaoke. Da noi è arrivato una trentina d'anni fa grazie a Fiorello, mentre in Cina è uno dei passatempi preferiti.
E pazienza se Magda non è particolarmente intonata... Inevitabilmente, l'Asia è diventata il terreno di caccia preferito. Non è un caso che tre delle sue quattro finali WTA siano arrivate in Giappone, Corea del Sud e Thailandia.
Col tempo si è abituata al cibo e al clima, giacché a Guangzhou si allena in condizioni estreme, tra caldo e umidità. “Inoltre mi alleno soprattutto con giocatrici asiatiche: il mio tennis si adatta bene al loro, perchè sono una colpitrice”.
Ragazza intelligente e dal cuore d'oro (da tempo sostiene un'organizzazione che si occupa dei bambini malati di leucemia: a fine carriera, diventerà donatrice di midollo osseo), Magda ha parecchi interessi fuori dal campo.
Per coltivarli, sta cercando di imparare il cinese. “La grammatica è facile, mentre è molto complicato memorizzare il vocabolario! Inoltre ho bisogno che mi diano una mano, perché penso di pronunciare bene, mentre in realtà sono un disastro..”.
. Prima o poi imparerà: di certo il cinese non le serve per cogliere la laurea in economia aziendale. Ha intrapreso il percorso accademico grazie alla partnership tra la WTA e l'Indiana University East. Le cose vanno bene, le manca soltanto un anno per prendere l'agognato pezzo di carta.
“Mi sarebbe piaciuto iniziare 2-3 anni prima, ma non potevo permettermelo – racconta la 28enne di Poznan – quando mi sono diplomata, in Polonia non esistevano corsi a distanza. Ma quando sono entrata tra le top-100 e ho risolto i miei problemi economici, ho pensato che fosse il momento giusto”.
La Linette non proviene da una famiglia ricca (papà Tomasz fa il maestro di tennis), ma i genitori non le hanno mai fatto mancare nulla. “In passato hanno avuto qualche problema, ma li ringrazio per aver messo a disposizione quello che avevano per sostenere la mia carriera.
Ne sono incredibilmente grata”. Senza di loro, oggi difficilmente avrebbe raccolto due milioni e mezzo di soli premi ufficiali, perché in Polonia il sostegno istituzionale è ridotto all'osso. Nonostante la discreta tradizione tennistica del Paese, non ritiene di essere così famosa in patria.
Vivere in Cina, in effetti, non aiuta. “Non mi sento la n.1 polacca, poi i miei risultati sono molto distanti da quelli della Radwanska. Il governo, da parte sua, non punta sul tennis perché preferisce investire sugli sport in cui siamo già forti”.
Le difficoltà economiche sono tra le ragioni principali per cui la Linette è emersa piuttosto tardi. “Il mio punto di partenza era diverso dalle altre, ma le misure sono uguali per tutte – racconta – per questo ho avuto bisogno di più tempo per arrivare”.
Anche per questo, non ha mai pensato di mollare. Sapeva che il suo momento, prima o poi, sarebbe arrivato. E le ha permesso di costruirsi competenze tali da riuscire a gestirsi da sola. Fa la commercialista e la segretaria di se stessa, occupandosi delle tasse e delle prenotazioni aeree, per se stessa e per il suo team. Tra le top-50 WTA, in quante sono in grado di farlo?