Per stopparla c'è voluta la numero 1 del mondo. Nonostante abbia appena 19 anni, Dayana Yastremska pensa già in grande. Lo ha dimostrato scegliendo un top coach come Sascha Bajin, storico sparring partner di Serena Williams, ma poi capace di costruirsi un gran nome anche "mettendosi in proprio".
Lo scorso ottobre, quando ha cessato la collaborazione con Kristina Mladenovic, è diventato il tecnico più ambito. Lo hanno accostato a diverse giocatrici, comprese Garbine Muguruza e Angelique Kerber. A un certo punto è uscita la fake news di una possibile collaborazione con la rientrante Kim Clijsters.
“Quest'ultima faccenda è stata folle – ha detto Bajin ad Adelaide, laddove la Yastremska si è spinta in finale – non ho ricevuto una sola mail, un messaggio, una chiamata dall'intero entourage della Clijsters.
Non avrei problemi a parlare di eventuali contatti con il suo agente. Sarebbe stato un onore essere scelto da una campionessa come lei, ma non c'è stato il minimo contatto. Questo dimostra quanto possano essere potenti i social media.
Persino mia madre me ne ha parlato e ho dovuto smentire anche con lei... sì, è stata una faccenda un po' strana”. Allo stesso tempo, il telefonino di Sascha non è certo rimasto in silenzio. È stato contattato da alcune giocatrici, persino da qualche uomo, ma alla fine ha scelto di abbracciare il progetto Yastremska. Dodici mesi fa, l'ucraina ha perso all'Australian Open contro Serena Williams, uscendo dal campo in lacrime.
Quest'anno si presenta con ben altre ambizioni: il tabellone propone un eventuale ottavo di finale contro Serena. Potenziale rivincita, ma stavolta avrebbe al suo fianco l'uomo che più di ogni altro conosce i segreti dell'americana, che nel lungo periodo insieme (circa 8 anni) lo definì un “fratello maggiore”.
Quando Bajin ha annunciato la partnership con l'ucraina, nessuno si è stupito. Si tratta di una delle giovani più ambiziose del circuito. “Ho avuto delle buone offerte, ma se avessi potuto scegliere un nome non avrei avuto dubbi, e sono super felice che mi abbia contattato – prosegue Bajin – penso che sia una delle giocatrici col miglior potenziale.
Fisicamente è molto dotata: si muove molto bene e ha una gran potenza. I suoi fondamentali sono molto incisivi”. Sulla carta, ha ben altro potenziale rispetto a Kristina Mladenovic, seguita da Bajin per la seconda parte del 2019, con discreti risultati che sono culminati nel successo in Fed Cup (sia pure avvenuto dopo la separazione).
Non è stata una separazione semplice, anche perché non era mai capitato che fosse Bajin a lasciare una giocatrice. “Ero sempre stato scaricato, e in effetti è stata dura. Kiki piaceva molto sia a mia madre che a mia nipote.
Ammetto che è stata una decisione egoistica, perché in quel momento ho voluto pensare a me stesso”. Tempo qualche settimana e si è aperta la possibilità di lavorare con la Yastremska, che nel frattempo aveva chiuso la collaborazione con Olivier Jeunehomm.
Nonostante la giovane età, Dayana ha già mostrato una forte personalità. Il modo in cui si esprime sul nuovo coach dice tutto: “Io lo aiuto ad affermarsi e lui fa altrettanto con me. È un'unione vantaggiosa per entrambi, c'è fiducia reciproca: non fosse così, non lavoreremmo insieme”.
Hanno effettuato la preparazione in Spagna, lavorando su aspetti nuovi del suo tennis, al punto che la Yastremska è convinta di non essere ancora a punto. Visto che ha centrato la finale al secondo torneo, peraltro con ottimi scalpi, vien da domandarsi cosa sarà capace di fare quando raggiungerà il top della forma.
L'ucraina si è fatta conoscere la prima volta nel 2016, quando giunse in finale a Wimbledon Junior, perdendo contro Anastasia Potapova. Tre anni e mezzo dopo, il divario tra le due è notevole. Nel 2019 Dayana ha vinto i suoi primi titoli WTA, a Hua Hin e Strasburgo.
Nella prima occasione ha dedicato il successo alla madre, che qualche giorno prima era stata vittima di un banale incidente (le era finito un tappo di bottiglia in un occhio e fu costretta a operarsi), mentre in Francia si è aggiudicata una finale molto combattuta contro Caroline Garcia.
Al suo posto, chiunque sarebbe soddisfatto della stagione. Invece, sentite un po'.. “L'obiettivo era entrare tra le top-20, ma purtroppo non ce l'ho fatta – dice la Yastremska – potrei comunque dire che è andata bene: buone partite, buoni tornei, buone esperienze.
Non è stato facile restare sempre concentrata”. Il momento peggiore è arrivato allo Us Open, quando ha incassato una dura sconfitta contro la connazionale Elina Svitolina. Un 6-2 6-0 quasi inspiegabile, anche tenendo conto delle implicazioni emotive di un derby.
“Ricordo quella partita, l'ho vista e ho pensato che Dayana si fosse un po' persa, non era il caso che perdesse così nettamente. Ad ogni modo, preferisco guardare i match negativi anziché quelli buoni: saranno meno piacevoli da osservare, ma a me piace analizzare.
A Dayana chiedo che capisca meglio il gioco, che non c'è bisogno di giocare sempre al meglio per vincere una partita. Deve imparare a trattare la palla in modo diverso sul 30-40, rispetto a come farebbe sul 40-0”.
L'obiettivo stagionale? Nessun dubbio: vincere uno Slam. Anche se ad Adelaide si è rifugiata nella scaramanzia, le ambizioni sono massime. “Prenderemo una partita alla volta – dice Bajin – ma sicuramente non ci presenteremo a uno Slam con l'obiettivo di raggiungere i quarti di finale.
Non ho mai avuto questa mentalità, non ho certo intenzione di iniziare ora”. L'avventura a Melbourne inizierà contro la qualificata Kaja Juvan. Poi, nel percorso verso la sfida a Serena, potrebbe affrontare Caroline Wozniacki e cercare di mettere fine alla sua carriera. Potrebbe essere un mercoledì ad alto tasso emotivo.