Né Anna, né Maria: Amanda Anisimova vuole di più. Grazie ai social



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Né Anna, né Maria: Amanda Anisimova vuole di più. Grazie ai social
Né Anna, né Maria: Amanda Anisimova vuole di più. Grazie ai social

C'è una linea sottile che collega Anna Kournikova, Maria Sharapova e Amanda Anisimova. Famiglie russe, sogno americano e tennis sullo sfondo. Ma se la prima è ricordata soprattutto per la sua avvenenza (e per non aver vinto neanche un torneo WTA, nonostante il talento e un best ranking tra le top-10), la seconda – grazie anche alle strategie del suo team di gestione – ha saputo slegarsi dal paragone e diventare l'atleta più pagata al mondo per parecchi anni, ben più di quanto suggerissero i suoi risultati (comunque straordinari).

A rappresentare Amanda Anisimova, 17 anni, più giovane tra le top-25, c'è Max Eisenbud, già manager della Sharapova. Rispetto a Masha, la ragazza del New Jersey ha due armi in più: intanto si può dire che sia nata su un campo da tennis.

Mamma Olga, ancora oggi la figura più importante della sua vita, ha avvertito le prime contrazioni mentre si trovava su un campo da tennis, nell'agosto 2001. E poi c'è la potenza dei social network, ancora inesistenti quando la Sharapova era una teenager.

Il team della Anisimova ha puntato forte sul mondo social per creare l'immagine di un personaggio bello, forte e vincente. “Quando la Sharapova aveva 14-15 anni le dedicarono un articolo su Rolling Stones – racconta Eisenbud, che l'aveva messa sotto contratto ad appena 11 anni – e scrissero che quella ragazza era la nuova Kournikova.

Allora abbiamo cambiato strategia, rifiutando ogni proposta di servizi fotografici in bikini e abbiamo concesso interviste soltanto dopo una bella vittoria”. I risultati sono arrivati in fretta: dopo il successo a Wimbledon 2004, i paragoni con la Kounikova sono evaporati.

Sarà questo il prossimo step per la Anisimova: togliersi di dosso ogni confronto con la Sharapova. “Il paragone non mi piace troppo, preferisco essere me stessa” ha detto in un'intervista-confessione con Alyssa Roenigk per il magazine di ESPN.

La ragazza diventerà maggiorenne durante lo Us Open e spera di festeggiare il compleanno su un campo importante, magari l'Arthur Ashe, giocando il terzo turno. Il successo del personaggio-Anisimova dipenderà dai risultati sul campo, ma chi la segue non vuole farsi trovare impreparato.

Pochi pensavano che potesse artigliare un posto in semifinale al Roland Garros, ma dopo il successo su Simona Halep hanno fatto in modo che i suoi profili social fossero pronti. D'altra parte, con le sorelle Williams sul viale del tramonto, la Anisimova ha tutte le carte in regola per diventare la nuova stella del tennis americano, magari creando una bella rivalità con Cori Gauff.

Le due si sono affrontate in finale allo Us Open Junior 2017 (vinse la Anisimova), ma c'è da credere che possano ritrovarsi in scenari ancora più importanti. “Al giorno d'oggi, non puoi avere buoni contratti se non hai un profilo social efficace – racconta Max Eisenbud durante l'intervista, effettuata a margine di uno shooting fotografico realizzato presso Chelsea, quartiere di New York – ho educato Amanda all'utilizzo dei social, spiegandole quante volte al giorno deve pubblicare aggiornamenti, e di che tipo.

Sembra strano, ma la gente è interessata a sapere cosa mangi a colazione e quando ti alleni. Al contrario, un post stupido può rovinare tutto”. Scorrendo il suo profilo Instagram, in realtà, si scopre il mondo di una tipica 17enne del 2019.

Amanda racconta la sua quotidianità, fatta di tennis ma anche di tempo trascorso con gl amici, come il post in cui racconta di essersi andata a fare un piercing insieme a un'amica. “Ogni tanto mi piace parlare anche di politica – racconta lei – sono rimasta molto colpita dalla sparatoria avvenuta presso la Stoneman Douglas High School di Parkland: avevo un'amica che ci andava”.

In sintesi, il pubblico (per adesso vanta circa 132.000 followers, vedrete il boom al primo exploit...) e i potenziali sponsor possono dare una sbirciata alla vita privata di un personaggio che mira a costruirsi immensa popolarità.

Dalla sua parte, c'è anche una storia di quelle che piacciono agli americani. I genitori Olga e Konstantin si sono trasferiti negli USA nel 1998 per garantire un futuro migliore alla primogenita Maria, ex promessa del tennis.

Ma se la sorella maggiore si è ben presto dedicata alla carriera universitaria (ha continuato a giocare presso l'Università della Pennsylvania), si sono resi conto che il vero fenomeno era Amanda. Quando aveva tre anni si sono spostati da New York alla Florida, poi intorno ai sette anni c'è stato il primo confronto con i vertici USTA.

La fecero palleggiare con Kathy Rinaldi (attuale capitana di Fed Cup) e terminò l'allenamento con conati di vomito. “Era talmente brava che ci eravamo dimenticati quanto fosse piccola” ricorda la Rinaldi.

Per adesso, la crescita di Amanda prosegue senza intoppi: primo torneo professionistico a 14 anni, il trionfo allo Us Open Junior e una prima stagione da “pro” con grandissimi risultati: ha vinto il primo titolo WTA a Bogotà (una sorta di omaggio a Jaime Cortes, il tecnico colombiano che le è stato messo a disposizione da IMG), poi la corsa parigina.

Tutto sembra apparecchiato per un futuro da numero 1, a partire da uno staff super completo. “Credo di poterla portare in cima – dice Cortes – in lei vedo la grinta di Nadal e l'efficacia di Federer”.

Poi, forse, si rende conto di aver un po' esagerato e predica calma e pazienza. È molto ottimista anche il preparatore atletico Yutaka Nakamura, che dopo otto anni con la Sharapova ha iniziato a lavorare con lei a gennaio.

Per adesso, stanno focalizzando il lavoro sulla prevenzione degli infortuni. “Sono entusiasta perché è ancora molto giovane e posso modellare e correggere il suo fisico”. Quanto alla testa, il click è arrivato sette anni fa, quando i genitori la portarono a seguire un allenamento di Maria Sharapova durante il Miami Open.

Un allenamento, non una partita. “Mi dissero di osservare l'impegno e l'intensità che metteva in ogni cosa. Volevano che avessi lo stesso approccio di Maria, sempre molto seria, mentre io ero ancora un po' giocherellona”.

Missione compiuta, perché adesso la Anisimova è una professionista rigorosa, seria, attenta al dettaglio. “Chi mi sta vicino vuole che sia felice e rilassata, ma io voglio spingere duro – dice lei – so che il mio successo dipende da me, mi piace sorprendere le persone e dimostrare che sono forte a chi non credere in me.

Il mio prossimo obiettivo? Vincere uno Slam, e vorrei che accada presto. So che non succederà domani, ma sto lavorando nel modo giusto: qualcosa che fai oggi può tornarti utile fra tre mesi”. L'importante è seminare, sia dentro che fuori dal mondo virtuale dei social network. Amanda Anisimova lo ha capito.

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