Jil Teichmann e la benedizione di... Xherdan Shaqiri



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Jil Teichmann e la benedizione di... Xherdan Shaqiri

“Vai, divertiti e ci vediamo alle 14”. Mamma Regula diceva così a Jil Teichmann, nei weekend che trascorrevano a Barcellona, quando l'attuale numero 54 WTA era ancora una bambina. La vincitrice del torneo WTA di Palermo rappresenta orgogliosamente la Svizzera, ma nella sua storia c'è tanta Spagna.

Una vicenda tutta da raccontare, quella della ragazza che sembra destinata a insidiare Belinda Bencic come leader di un movimento che negli ultimi 20-25 anni si è abituato fin troppo bene. Senza scomodare Roger Federer o anche il solo Wawrinka, e limitandoci alle donne, Martina Hingis ha cambiato la percezione del tennis in Svizzera.

Essere una giovane promessa significa alimentare sogni, aspettative e pressioni. La Teichmann è sfuggita a tutto questo grazie alla curiosa storia della sua famiglia. Entrambi i genitori sono zurighesi, ma hanno trascorso la luna di miele a Barcellona.

Si sono trovati talmente bene da rimanerci quindici anni, anche perché papà Jacques aveva trovato lavoro all'ombra della Sagrada Familia. Jil ha iniziato a giocare proprio al Real Club de Tenis (sede del torneo ATP di aprile), ma in famiglia le hanno fatto cementare il rapporto con il paese d'origine.

Intanto le hanno fatto frequentare una scuola svizzera (lì ha imparato il tedesco, una delle cinque lingue che parla, più o meno correttamente) e poi l'hanno portata spesso in vacanza in Svizzera. Pur avendo l'esuberanza tipica degli spagnoli, si è affezionata a cose tipicamente svizzere: “Amo il cioccolato, le montagne, la carne e i cibi raffinati: il mio piatto preferito sono gli spatzle preparati da mia mamma” dice la ragazza che ha intascato due titoli WTA in meno di tre mesi: prima di Palermo si era imposta a Praga.

Adesso si trova a Barcellona, in attesa di partire per l'America e misurarsi con le migliori, anche sul cemento. “Non credo di essere una terraiola pura, mi piace giocare sul duro – dice – prima di quest'anno, avevo ottenuto il mio miglior risultato allo Us Open, giungendo al secondo turno partendo dalle qualificazioni”.

Leggendo la sua storia, qualche svizzero si era preoccupato perché temeva che potesse fare come Rebeka Masarova, ex vincitrice al Roland Garros junior. Dopo aver sfogliato la margherita per qualche anno, ha scelto di giocare per la Spagna.

“Qualcuno pensa che siano situazioni simili, ma non è così – ammonisce la Masarova – non ho neanche il passaporto spagnolo, e comunque non ho mai pensato di cambiare. La Masarova avrà avuto le sue ragioni, ma sono scete personali, frutto di emozioni e sentimenti”.

Cresciuta insieme a due giocatrici che stanno emergendo più o meno in contemporanea (Aliona Bolsova e Paula Badosa), nel 2011 ha seguito i genitori quando si sono spostati in Svizzera. Nuove abitudini, nuovo clima e il sostegno di Swiss Tennis, che l'ha accolta nel centro tecnico di Biel e le ha già garantito alcune convocazioni in Fed Cup.

Ma Barcellona, con tutto il rispetto, è un'altra cosa. E così, già da qualche anno, è tornata in Spagna e si fa allenare da Alberto Martin, uno dei tanti ottimi ex giocatori che si è riciclato (con successo) nelle vesti di coach.

Numero 34 ATP nel 2001, non aveva un grande talento ma ha ottenuto il massimo, forse anche di più. Persona intelligente, combatte il luogo comune che vede i tennisti come persone ignoranti e prive di interessi. Insieme ad Arantxa Parra Santonja (con cui si alterna nelle settimane al seguito della Teichmann), sta provando a inculcare questa mentalità alla sua giocatrice.

Per adesso funziona: in particolare, Jil è brava nella gestione dei momenti negativi. A Wimbledon ha perso una partita quasi vinta contro Anastasia Potapova (era avanti 6-2 4-3 e palla del 5-3) e dide di aver faticato a digerire la delusione.

“Purtroppo non esiste una formula magica per affrontare le delusioni – ha detto – per questo, sono orgogliosa di come ho affrontato il momento”. Si è visto a Palermo, dove si è aggiudicata il titolo senza perdere un set e in finale ha battuto Kiki Bertens, primo successo contro una top-10.

Sarà stato contento Xherdan Shaqiri, il forte centrocampista del Liverpool, con cui vanta un'antica amicizia, nata un po' per caso. Nel dicembre 2014 i due si sono incontrati a mercatini di Natale a Winthertur, dove lui (allora in forza al Bayern Monaco) si era recato per un evento di beneficenza.

Un'entusiasta Teichmann aveva raccontato l'episodio su Faceboook: “Abbiamo parlato un po', preso un caffè insieme e fatto delle foto. È stato grandioso!”. In quel periodo era senza sponsor e si era rivolta a una piattaforma di crowdfunding per ottenere un po' di sostegno economico.

Pochi giorni dopo, Shaqiri mise all'asta un pacchetto di oggetti (cioccolatini e gadget vari, tra cui foto e autografi), descrivendola così: “Sostengo il nostro giovane talento Jil Teichmann: il ricavato di questa vendita andrà a lei, in modo che possa svolgere attività professionistica nel tennis”.

Si può dire che ci abbia visto giusto, anche se non è riuscito a tramutare la passione calcistica di Jil, da sempre tifosa del Barcellona e assidua frequentatrice del Camp Nou. “Mi piacerebbe se lui facesse un gol, ma il Barcellona dovrebbe passare..”.

diceva prima della semifinale di ritorno di Champions League. Il destino ha detto altro, premiando il Liverpool, ma crediamo che Jil avrebbe barattato volentieri la sconfitta del Barca con i recenti successi tennistici...

Jil Teichmann