Su-Wei Hsieh, un'amabile “malandrina” senza sponsor



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Su-Wei Hsieh, un'amabile “malandrina” senza sponsor
Su-Wei Hsieh, un'amabile “malandrina” senza sponsor

Un vecchio adagio sostiene che l'assenza di una dote si possa compensare con altre qualità. Il tennis non sfugge alla regola: lo sa bene Su-Wei Hsieh, recente vincitrice del doppio a Wimbledon insieme a Barbora Strycova, nell'ultimo match giocato ai Championships.

Già, perché la finale del doppio maschile ha obbligato gli organizzatori a rinviare di un giorno quella delle ragazze, mandate in campo domenica, dopo Djokovic-Federer. “Meno male che hanno messo il tie-break al quinto – ha scherzato la Hsieh – ho ingannato l'attesa mangiando a volontà...

se fossero andati avanti, sarei ingrassata parecchio..”. . Per la taiwanese è il terzo Slam in carriera dopo i due conquistati insieme a Shuai Peng: con questo successo è risalita al numero 5 nel ranking di specialità, ma è molto forte anche in singolare.

Non solo è numero 31, ma negli ultimi dodici mesi ha raccolto un paio di vittorie contro la numero 1 in carica: Simona Halep a Wimbledon 2018, Naomi Osaka a Miami 2019. A 33 anni, ha scoperto che le sue qualità possono essere efficaci anche in un circuito dominato da giocatrici molto potenti (Serena Williams, Naomi Osaka, Karolina Pliskova) o atlete formidabili (Simona Halep, Caroline Wozniacki, Angelique Kerber).

Su-Wei non ha niente di tutto questo, ma possiede una qualità extra: l'astuzia. D'altra parte, papà Tze-Lung l'ha educata così fin da piccola. Non solo le ha insegnato a giocare a tennis, ma le ha trasmesso un hobby molto particolare, ai limiti della legalità: forzare le serrature.

Avete letto bene. Nel piccolo paese asiatico, una macchiolina accanto alla grande Cina, hanno abitudini strane. Anche il miglior giocatore in campo maschile (Yen Hsun Lu) da bambino aveva un'abitudine particolare: inseguire i polli.

“Adesso sono in grado di aprire piccole serrature – dice con orgoglio la Hsieh – se mi alleno ogni giorno, posso farcela anche con quelle più grandi. Ma più sono grandi e più è complicato”.

La metafora è efficace per descrivere il suo tennis. Sembra goffa, capitata lì per caso, con movimenti un po' sgraziati. Ma i tagli sono assassini e di difficile lettura, anche per le più forti. Spesso è lei a sembrare una serratura inscalfibile.

E pensare che a fine 2017 era uscita dalle top-100 WTA, sembrava in declino irreversibile. Invece si è scoperta più forte che mai e, piano piano, anche il pubblico mainstream ha preso ad apprezzarla. La sua capacità di mandare ai matti le più forti viene dal padre, un maestro che ha iniziato al tennis anche il resto della famiglia: quattro fratelli e due sorelle.

Un tipo risoluto. “Ha iniziato a giocare un giorno prima di noi – ha raccontato la Hsieh – è entrato in campo e non aveva mai visto giocare a tennis. Il giorno dopo ci ha accompagnati sullo stesso campo e ha iniziato a insegnarci il gioco”.

In effetti, difficilmente troverete un maestro disposto a insegnare il tennis della Hsieh. Mentre dava consigli sgangherati ai sette figli, Tze-Lung cambiava spesso lavoro: ha fatto il fabbro, il duplicatore di chiavi (da qui, forse, la curiosa passione per le serrature...), il fotografo ai matrimoni e l'autista.

In questo calderone è cresciuta la figlia, ormai icona negllo spogliatoio WTA. Le colleghe ammettono che il suo stile è unico, di difficile lettura. Per questo, fatica anche a trovare compagne di allenamento. Parlando con il New York Times, Karolina Pliskova (che ci ha perso a Dubai) dice che preferisce evitarla: “In allenamento vorresti giocare un tennis normale, non quello che adotta lei, quindi..”.

. L'imprevedibilità della Hsieh non si limita al campo da tennis, ma sa essere originale anche fuori. “In realtà sono in grado di tirare piuttosto forte – dice la diretta interessata – sapete da cosa dipende? Dal mio umore, o magari dai miei capelli.

O forse dal fatto che in tribuna c'è un bel ragazzo che fa il tifo per me..”. . Poi, però, sussurra all'intervistatore: “Questo non scriverlo, magari il mio fidanzato potrebbe leggere..”. . Troppo tardi, il cronista americano ha già deciso, forte della registrazione.

Il tennis della Hsieh si basa su un grande timing e una buona strategia. In questo modo, non patisce più di tanto un fisico smilzo, privo di potenza. Tempo fa, un allenatore le aveva chiesto di provare a servire più forte.

Lei lo ha guardato malissimo e gli ha mostrato il braccio. “Guardalo, è sottile come un mignolo. Non provare a romperlo”. Il servizio è l'unico colpo eseguito con una sola mano, mentre le utilizza entrambe sia per il dritto che per il rovescio.

Necessità. Quando ha rilasciato l'intervista, era di ottimo umore. Scherzava a ogni domanda: “Davvero non ho potenza? Accidenti, è la prima volta che me lo sento dire..”. . Tuttavia, il suo tennis è decisamente completo.

Si trova a suo agio in ogni zona del campo, gioca bene la volèe (i successi in doppio lo testimoniano) e sa trovare angoli acuti, impensabili. Gioca tante smorzate, è precisa con il pallonetto... Insomma, con lei ci si diverte.

Un po' meno le avversarie. Secondo la Strycova, che la conosce da moltissimi anni (le due sono coetanee), quello che si vede in campo rispetta appieno il personaggio Hsieh. “Anche fuori, in effetti, dà l'impressione di vivere nel suo mondo”.

Per la prima volta, ha giocato il doppio misto con il fratello Cheng-Peng, 27 anni, un mancino dal tennis un po' strambo proprio come lei. Da junior ha vinto tutti gli Slam in doppio, ma tra i professionisti è un'altra cosa.

Adesso ha trovato la sua dimensione ed è n.64 ATP nel ranking di specialità. Magari non diventerà ricco, ma la classifica è sufficiente per mettere da parte qualche soldo. “Sono fuori dagli schemi, come mia sorella.

Non so bene dove mandare la palla: semplicemente, scendo in campo e gioco”. Sebbene sia meno famoso di Su-Wei, anche lui si è costruito una certa popolarità per i suoi colpi strambi. Secondo Liam Broady, ha più talento lui nel mignolo che molti giocatori in tutto il corpo.

Citazione posticcia di John McEnroe, ma va benissimo: rende l'idea. La sorella sta provando a convincerlo a tornare a giocare in singolare, e nel frattempo si gode la soddisfazione di essere imprevedibile per le avversarie.

Andrea Petkovic l'ha battuta per un pelo al Roland Garros: a suo dire, l'unico modo per batterla e non concentrarsi su quello che fa. “Generalmente mi piace la parte strategica, ma con lei è meglio concentrarsi su se stessi e giocare a testa bassa, altrimenti rischi di rimanere confusa”.

Ma qual è il segreto di Su-Wei Hsieh? A suo dire, il fatto che non debba accontentare le aspettative di nessuno. Nel suo angolo non ci sono manager, non ha particolari sponsor e infatti indossa quello che capita. “Mi va benissimo così: preferisco rimanere semplice, prepararmi e scendere in campo”.

Tempo fa aveva un agente, ma gli impegni extra le pesavano troppo. E allora bye bye. Senza sponsor, i soldi arrivano dal prize money che investe in allenatori e preparatori, oltre a spedire parecchi soldi a casa per ripagare il padre dei tanti sacrifici compiuti.

Lo stesso padre che qualche anno fa aveva inventato una bufala per spaventare il governo di Taiwan: aveva fatto circolare la voce che un'azienda cinese era pronta a investire molti soldi sulla figlia, a patto che abbandonasse il Paese natale e giocasse per la Cina.

In effetti, il rapporto con le istituzioni di Taiwan è stato spesso conflittuale. Anche per questo, ha rifiutato più di una convocazione in Fed Cup. In qualche modo, Su-Wei si è sempre guadagnata da vivere.

“E credo sia giusto aiutare mio padre perché il mio talento nasce dal suo duro lavoro – afferma la Hsieh – ha esplorato tutte le mie qualità e mi ha reso una giocatrice migliore. Per questo motivo gli do una mano per poter vivere”. Questa, però, non sembra essere una gag.

Su-Wei Hsieh

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