Il filmato ricorda le famose foto di Thomas Muster, che 30 anni fa si vide disintegrare il ginocchio da un ubriaco, prima di giocare la finale del Miami Open. Con una grande forza di volontà, riprese ad allenarsi a tempo di record, tirando il dritto anche sulla sedia a rotelle.
Nei 12 secondi pubblicati lo scorso giugno, Shelby Rogers è seduta su una sedia, racchetta in mano e stampelle accanto, con un'enorme fasciatura a coprirle tutta la gamba sinistra. Da seduta, tira qualche dritto. E sorride.
Era il 15 giugno 2018 ed era già ferma da tre mesi. Oggi, finalmente, l'americana torna nel tour. Lo fa nel torneo di casa, l'amato Volvo Car Open di Charleston. “Il tennis mi è mancato da morire, stavo diventando pazza nel rimanere seduta o sdraiata”.
È suggestivo che torni a giocare proprio laddove, da bambina, aveva fatto da raccattapalle e aveva portato a casa un polsino di Jennifer Capriati. Sarà come ripartire da zero, dopo che lo scorso anno si è gravemente infortunata al ginocchio dopo il torneo di Indian Wells.
Quando le hanno chiesto di raccontare gli alti e bassi fisici ed emotivi di questo periodo, ha risposto con un sorriso: “Quanto tempo avete a disposizione?”. Come a dire che c'è una storia molto, molto lunga.
Prima di allora era entrata tra le top-50 WTA, aveva raggiunto i quarti al Roland Garros e faceva parte del team americano che nel 2017 ha vinto la Fed Cup. “È stato il mio primo grave infortunio, e il recupero è stato più difficile di quanto pensassi – ha detto la Rogers, che oggi ha 26 anni – ho parlato con altre giocatrici che hanno vissuto qualcosa del genere, ma non c'è nulla che può preparare a una cosa del genere”.
Era numero 78 WTA quando, durante il match contro Caroline Dolehide a Indian Wells 2018, ha sentito qualcosa di strano al ginocchio sinistro. Era andato via ogni residuo di cartilagine. “È successo qualcosa di traumatico, ma non ricordo esattamente il momento” dice la Rogers, che peraltro ha portato a termine il match.
Al rientro negli spogliatoi, ha capito che la faccenda era seria. Ha provato a evitare l'operazione, sottoponendosi a sei settimane di terapia fisica, ma non c'è stato niente da fare. A infilare i ferri nel suo ginocchio è stato uno dei chirurghi più popolari degli Stati Uniti, il dottor Riley Williams, che lavora con la nazionale americana di basket e i Brooklyn Nets del campionato NBA.
È andato tutto alla perfezione. “Ed è stato un sollievo, perché in questi casi possono esserci tante variabili... sono grata di avere la possibilità di giocare di nuovo”. L'operazione, tutto sommato, è solo una piccola parte della storia.
Poi c'è la lunga e noiosa riabilitazione. “Devo rignraziare mia madre Starley, che mi è stata di grande aiuto nelle prime settimane. Non avrei potuto fare niente senza di lei. Diventano impossibili anche le cose più semplici, come aprire una porta o afferrare una bottiglia da uno scaffale.
E quando inizia a camminare di nuovo, all'inizio è molto doloroso. Vieni sommersa dai dubbi, ti domandi se tornerai a muoverti bene... Diciamo che è un grande processo di apprendimento”. Coach Marc Lucero, i preparatori atletici, i fisioterapisti, i familiari e gli amici le hanno dato la fiducia necessaria per ricostruire la forma fisica.
Se è pronta per giocare ad alto livello, beh, lo dirà soltanto il campo. “Ho sempre avuto la motivazione di tornare a giocare lo sport che amo. Se non avessi avuto uno scopo, sarebbe stato molto difficile fare quattro ore al giorno di fisioterapia e sopportare il dolore”.
In carriera, la Rogers ha intascato poco più di 2 milioni di dollari di prize money, ma in questi dodici mesi ha dovuto trovare altri impieghi per incassare qualcosa. D'altra parte, i tennisti non sono come gli atleti degli sport di squadra, regolarmente stipendiati anche durante gli infortuni.
“Credo che questo aspetto possa essere migliorato – dice la Rogers, che nel 2017 ha guadagnato circa 600.000 dollari – non avevo mai avuto problemi del genere, solo adesso capisco cosa vuol dire. Sono stata senza lavoro per un anno e non potevo farci niente.
Almeno ho fatto da commentatrice in alcuni tornei, è stato divertente”. Vista la lunga assenza, potrà usufruire del ranking protetto per dodici tornei. Non ne avrà bisogno a Charleston, dove il direttore del torneo Bob Moran le ha riservato una wild card.
“Sono stata nervosa prima di ogni singola partita della mia carriera, quindi penso che sarà così anche stavolta – ha detto la Rogers – i nervi sono una buona cosa, ti preparano e ti mettono in una mentalità competitiva.
È molto difficile provare queste sensazioni in altri aspetti della vita, perché è un po' come andare in battaglia. Sono ansiosa di sentirle di nuovo”. L'ultima apparizione di Shelby nel torneo di casa risale a due anni fa, quando battè Madison Keys e Naomi Osaka e prima di perdere nei quarti contro Mirjana Lucic.
La buona notizia, per il pubblico del posto, è che non si limiterà al torneo di questa settimana (giocherà oggi, nell'ultimo incontro sul Centrale, contro Evgeniya Rodina). Potranno seguirla anche al torneo ITF di Monte Pleasant, 100.000 dollari di montepremi, in programma dal 29 aprile al 5 maggio, evento che fa parte del circuito di tornei che darà la wild card USTA per il Roland Garros, lo Slam in cui Shelby ha dato il meglio di sé. Chissà.