Ferrero racconta il suo allievo Alcaraz: "Ha una capacità che lo rende grande"



by GENNARO DI GIOVANNI

Ferrero racconta il suo allievo Alcaraz: "Ha una capacità che lo rende grande"
Ferrero racconta il suo allievo Alcaraz: "Ha una capacità che lo rende grande"

Carlos Alcaraz ha conquistato domenica il suo primo, ambitissimo titolo a Wimbledon, che corona un inizio di carriera già straordinario. Il secondo slam, dopo gli Us Open conquistati l’anno scorso, che vanno ad aggiungersi ai quattro trofei Masters 1000, lo rendono uno dei tennisti più vincenti nel circuito, nonostante la giovanissima età.

Tanti meriti vanno attribuiti anche al suo allenatore Juan Carlos Ferrero, che ha forgiato un vero e proprio talismano, la cui carriera è appena iniziata. Ai microfoni di Sports Illustrated, il coach spagnolo ha raccontato il suo allievo: “Sono duro, sì, sono molto restrittivo quando si tratta di allenarsi, anche se ci sono anche momenti per divertirsi, scherzare o altro.

Ma quando siamo in campo, siamo lì per allenarci, non mi piace perdere tempo. Ho detto a Carlos che dobbiamo puntare sulla qualità piuttosto che sulla quantità, preferisco allenarmi per due ore con molta qualità piuttosto che per tre ore e perdere tempo.

Lo penso in pista, in palestra e anche nella vita, ecco come la vedo io", ha spiegato.

Ferreno spiega i segreti di Alcaraz

Poi ancora: “E’ difficile metterlo in guardia da tutti i pericoli che derivano dal diventare numero 1 del mondo.

Ci sono molte persone che vogliono stargli vicino, sia in campo che fuori, quindi non è stato facile. La cosa positiva è che è un ragazzo molto naturale, una persona molto vicina, condividiamo la stessa cultura e questa è la cosa più importante.

Viviamo molto vicini, a un'ora di macchina, quindi è stato molto facile per me combinare tutto”. Il segreto per creare un campione: “La prima cosa da scoprire è come il giocatore può giocare e poi migliorarlo il più possibile.

Non ho mai cercato di far giocare Carlos come me, lo si può vedere, ad esempio, guardando la quantità di volte che va a rete, io non ci andavo molto spesso. Gli piace essere aggressivo, troppo aggressivo, inoltre abbiamo un servizio diverso.

Io servivo a circa 190 km/h e lui ora serve a 220 km/h, è molto più potente fisicamente e può muoversi velocemente. Quando abbiamo iniziato a lavorare mi è stato chiaro che non doveva giocare come giocavo io".

Infine: "Ora i giocatori amano finire il punto il più velocemente possibile, senza costruire nulla. Carlos stesso sta vivendo questa situazione, ma gli piace anche costruire dei punti, ha un mix di entrambi gli aspetti.

Allo stesso modo, Carlos ha anche la capacità di distruggere il punto, ma sa come costruirlo quando ne ha bisogno e il momento lo richiede. Per me è una grande cosa avere entrambe queste sfaccettature", ha concluso. Photo Credit: Getty Images

Alcaraz Wimbledon

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